La burocrazia sconcerta non perché semplicemente aliena, bensì in quanto “aumenta” la realtà con cui interagiamo. A livello percettivo facciamo un salto di quantità e di qualità rispetto al mondo che ci circonda: la classe di oggetti che ci offre l’apparato amministrativo dilata il nostro orizzonte di esperienza, ponendoci a contatto con entità che non dovrebbero esistere. Ed è così che un certificato può far sì che noi – presenti in carne e ossa davanti a un funzionario – non esistiamo; o che i morti, anziché starsene in pace, abbiano ancora dei doveri di cui render conto, perpetuandosi nell’aldiquà, al nostro fianco, come affaccendatissime esistenze protocollari. Questa situazione paradossale è stata colta con maestria da Franz Kafka attraverso acute analisi sociologiche travestite da enigmi letterari. Ma, per comprendere appieno il suo pensiero, occorre contestualizzarlo nell’ambito di un’articolata discussione su norma, violenza, apparato militare e stato d’eccezione. Ambito in cui teologia e diritto ammiccano l’un l’altra vicendevolmente e, in una spaesante promiscuità, s’intersecano e si confondono.
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Italian -
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About the author
Gianluca Cuozzo
Gianluca Cuozzo è professore ordinario di Filosofia teoretica e direttore del Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università di Torino. È inoltre il fondatore e l’attuale presidente della Società Cusaniana (Torino), membro della Renaissance Society of America, nonché componente del Comitato scientifico della Cusanus-Gesellschaft. Tra le sue monografie più recenti si ricordano: Dentro l’immagine (2013); Utopie e realtà (2015); La filosofia che serve (2017).