Sono qui editi, per la prima volta in traduzione italiana, cinque interventi di Herbert Marcuse ritrovati da Peter-Erwin Jansen nell’Archivio Marcuse di Francoforte. Scritti per conferenze organizzate nelle principali università nordamericane dal 1966 al 1977, sono corredati da note e saggi dei più noti interpreti del pensatore berlinese. Emerge dall’insieme un’esaustiva lettura di un periodo in cui Marcuse ha sottolineato, con penetrante analisi critica, le antinomie e le dissonanze della società “unidimensionale”. I fermenti politicosociali degli anni ’60 e ’70 del secolo scorso – dal movimento studentesco all’emancipazione delle minoranze della società civile, alle tendenze ambientaliste – reclamavano una radicale trasformazione estetico-politica della struttura e dei valori dominanti la civiltà della “prestazione”. A queste forze si è rivolto Marcuse per tenere viva la speranza di una società libera dalle contraddizioni dello sviluppo tecnologico e dell’incipiente globalizzazione.
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Herbert Marcuse
Herbert Marcuse (1898 -1979) Laureatosi a Friburgo con Heidegger nel 1921, collaborò con Horkheimer e con Adorno nell’Istituto per la Ricerca Sociale di Francoforte e all’avvento del nazismo riparò negli US A, dove fu docente alla University of California. Profondo conoscitore di Hegel (Hegels Ontologie, 1932 e Reason and Revolution, 1941) e di Freud (Eros and Civilization, 1955), Marcuse ha fornito un’analisi duramente critica sia della società sovietica (Soviet Marxism, 1958) sia degli USA (One-Dimensional Man, 1964).