L'attività della generazione dei poeti elegiaci a Roma si svolge nel periodo che va dalla crisi avvenuta dopo la battaglia di Filippi (42 a.C.) sin quasi alla fine del secolo, ma è certo negli anni dal 31 al 15 a.C., o poco dopo, che essa ha il suo momento di maggior risonanza culturale ed espressione poetica, in un fitto intreccio di proposte letterarie e di programmi poetici che via via maturano nel tempo. Negli anni precedenti alla battaglia di Filippi e fino alla battaglia di Azio (31 a.C.) si assiste alla nascita della cosiddetta elegia latina, sulla scia di Catullo e nel reciproco e progressivo condizionarsi di altre esperienze culturali e letterarie, come la poesia bucolica di Virgilio o la lirica di Orazio. Se va certamente a Cornelio Gallo, poeta vissuto tra il 69 e il 26 a.C. il merito di essere stato il primo rappresentante dell'elegia latina e di aver traghettato il passaggio dalla elegia mitico-erudita a quella soggettiva, si deve a Tibullo, Properzio e Orazio la maturazione di questo genere letterario nell'antica Roma.
Sotto il nome di Albio Tibullo (ca 50-19 a.C.) ci è pervenuta una cospicua produzione letteraria che comunemente va sotto il nome di Corpus Tibullianum: tre libri che comprendono complessivamente 36 carmi in distici elegiaci in cui il tema bucolico si intreccia spessissimo con quello amoroso che appare trattato in tutte le sue possibili connotazioni.
Più complessa fu la figura di Sesto Properzio (ca 50-15 a.C.) che in una quindicina di anni, a partire dal 30 a.C., scrisse novantadue elegie, raccolte in quattro libri e disposte dal poeta stesso nell'ordine tematico in cui le leggiamo ancora oggi.
Properzio ebbe il merito di attuare una completa fusione tra l'elegia romana e quella alessandrina, nella quale miti ed elementi autobiografici si uniscono in un'opera di perfetta armonia.
L'opera completa dei due poeti è stata raccolta da UTET in un unico e-Book corredato da un accurato apparato critico e in cui testo latino e traduzione italiana risultano consultabili tramite collegamenti ipertestuali.
Sotto il nome di Albio Tibullo (ca 50-19 a.C.) ci è pervenuta una cospicua produzione letteraria che comunemente va sotto il nome di Corpus Tibullianum: tre libri che comprendono complessivamente 36 carmi in distici elegiaci in cui il tema bucolico si intreccia spessissimo con quello amoroso che appare trattato in tutte le sue possibili connotazioni.
Più complessa fu la figura di Sesto Properzio (ca 50-15 a.C.) che in una quindicina di anni, a partire dal 30 a.C., scrisse novantadue elegie, raccolte in quattro libri e disposte dal poeta stesso nell'ordine tematico in cui le leggiamo ancora oggi.
Properzio ebbe il merito di attuare una completa fusione tra l'elegia romana e quella alessandrina, nella quale miti ed elementi autobiografici si uniscono in un'opera di perfetta armonia.
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Language
Italian -
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Page count
603 -
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