Del percorso intellettuale di Hannah Arendt, con tutta la sua complessità e i suoi contrasti è stato identificato un testimone silenzioso: la sua macchina da scrivere, strumento centrale per ogni sua riflessione, lettera, articolo di giornale. La storia qui narrata segue il percorso intellettuale di Arendt attraverso questa particolare prospettiva.
Punto di partenza è il suo arrivo a New York nel 1941, come apolide in fuga dal nazismo. Punto di arrivo una sera del 1975, quando Hannah Arendt fu ritrovata senza vita vicino alla sua macchina da scrivere, impegnata a scrivere la terza parte de La Vita della mente. Nel mezzo la storia di una vita, che la vedrà impegnata anche come reporter del “New Yorker” al processo Eichmann a Gerusalemme, su cui scrisse della pagine di cui ancora oggi sentiamo forte l’eco.
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Language
Italian -
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About the author
Verbena Giambastiani
Verbena Giambastiani si laurea nel 2011 presso l’Università degli Studi di Siena. È stata cultrice della materia in Etica della comunicazione e Filosofia delle religioni presso l’Università di Pisa dove si è addottorata nel 2015. Nel 2016 è stata visiting fellow presso l’University of Brighton, dove si è occupata di etica applicata e filosofia politica. Ha pubblicato diversi articoli sulla fenomenologia francese e sul pensiero di Hannah Arendt, e ha partecipato a numerosi convegni nazionali e internazionali di filosofia politica, Post-memory e Memory Studies.
Attualmente lavora presso la Sinagoga e Museo Ebraico di Firenze come operatrice museale e didattica.