Svetlana Aleksievič
(Ivano-Frankivs’k, 1948) Giornalista d’inchiesta e scrittrice bielorussa, perseguitata dal regime di Lukašenko, è stata costretta a lasciare la Bielorussia perché accusata di essere un’agente della CIA. È stata la prima donna di lingua russa a ricevere il Premio Nobel per la Letteratura (2015), per la sua «opera polifonica, un monumento alla sofferenza e al coraggio del nostro tempo». Fra i suoi libri, tradotti in tutto il mondo, La guerra non ha un volto di donna (1985), Preghiera per Černobyl (1997), Tempo di seconda mano (2014).