

Il corpo degli eroi
Medici naturalisti e patrioti in un carteggio di Adelaide Cairoli (1862-1871).
Antonio Camillo Gibelli
«Quelli di cui si parla in questo saggio sono fragili eroi, […] i giovani e i giovanissimi che si gettano con una foga prossima al fanatismo nella lotta risorgimentale, pronti al sacrificio della vita, col consenso, anzi lo sprone delle madri. […] Ma sono deboli e indifesi di fronte alle sofferenze del corpo, alle ferite e alla morte, perché la medicina ottocentesca, ancorché prossima a radicali trasformazioni e attraversata da audaci sperimentazioni, non è attrezzata sul piano diagnostico e soprattutto terapeutico […].»
Studioso di storia contemporanea impegnato soprattutto nella storia del Novecento, Antonio Gibelli eredita un tesoro epistolare di eccezionale ampiezza, popolato da protagonisti di rilievo ma anche da uomini e donne comuni, e profondamente radicato nel fervore del Risorgimento. Tra i documenti dell’archivio familiare, il carteggio tra Adelaide Cairoli – la celebre «madre della nazione», emblema della mater dolorosa – e Costanza Mantegazza, sorella dell’antropologo Paolo Mantegazza. Accanto a queste prendono vita altre figure, come quella del medico e botanico Giuseppe Gibelli, marito di Costanza e antenato dell’autore.
Prende così forma un aspetto poco esplorato del processo di costruzione dell’Italia unita: il rapporto tra il corpo degli eroi e la medicina dell’epoca, il peso della cultura medica, farmacologica e naturalistica nel percorso risorgimentale. Dalla ferita di Garibaldi in Aspromonte alle malattie che falcidiarono i giovani patrioti, emergono insieme una storia fatta di corpi fragili, esposti alle offese delle armi e delle infezioni, e i limiti di una medicina spesso impotente. E vengono qui alla luce dettagli inediti, come il ricorso dei combattenti garibaldini a cure termali, palliativi e lenitivi come la coca,il cui consumo si fa strada in quel decennio in Europa, anche grazie all’esperienza fatta in Sudamerica da Mantegazza.
Tra pubblico e privato, tra grandi eventi e vita quotidiana, Gibelli intreccia i fili di una narrazione che dà voce a uomini, donne e bambini grazie alla loro scrittura. Ed è all’interno di questa trama di relazioni intime che si coglie il conflitto insanabile tra amore materno e amor di patria, di cui pure Adelaide Cairoli è incarnazione: benché straordinaria, la sua forza morale si incrina sotto il peso del lutto e delle perdite, trasformando la sua esistenza in una coabitazione con la morte. Fino all’ultimo messaggio all’amica Costanza conservato e datato – il primo giorno del 1871 – e alla morte che la coglierà circa tre mesi dopo, le vicende personali di Adelaide si intrecciano a quelle del Regno d’Italia: con l’unificazione territoriale pressoché completata, si chiude l’età degli eroi e comincia la difficile costruzione del nuovo Stato.
Studioso di storia contemporanea impegnato soprattutto nella storia del Novecento, Antonio Gibelli eredita un tesoro epistolare di eccezionale ampiezza, popolato da protagonisti di rilievo ma anche da uomini e donne comuni, e profondamente radicato nel fervore del Risorgimento. Tra i documenti dell’archivio familiare, il carteggio tra Adelaide Cairoli – la celebre «madre della nazione», emblema della mater dolorosa – e Costanza Mantegazza, sorella dell’antropologo Paolo Mantegazza. Accanto a queste prendono vita altre figure, come quella del medico e botanico Giuseppe Gibelli, marito di Costanza e antenato dell’autore.
Prende così forma un aspetto poco esplorato del processo di costruzione dell’Italia unita: il rapporto tra il corpo degli eroi e la medicina dell’epoca, il peso della cultura medica, farmacologica e naturalistica nel percorso risorgimentale. Dalla ferita di Garibaldi in Aspromonte alle malattie che falcidiarono i giovani patrioti, emergono insieme una storia fatta di corpi fragili, esposti alle offese delle armi e delle infezioni, e i limiti di una medicina spesso impotente. E vengono qui alla luce dettagli inediti, come il ricorso dei combattenti garibaldini a cure termali, palliativi e lenitivi come la coca,il cui consumo si fa strada in quel decennio in Europa, anche grazie all’esperienza fatta in Sudamerica da Mantegazza.
Tra pubblico e privato, tra grandi eventi e vita quotidiana, Gibelli intreccia i fili di una narrazione che dà voce a uomini, donne e bambini grazie alla loro scrittura. Ed è all’interno di questa trama di relazioni intime che si coglie il conflitto insanabile tra amore materno e amor di patria, di cui pure Adelaide Cairoli è incarnazione: benché straordinaria, la sua forza morale si incrina sotto il peso del lutto e delle perdite, trasformando la sua esistenza in una coabitazione con la morte. Fino all’ultimo messaggio all’amica Costanza conservato e datato – il primo giorno del 1871 – e alla morte che la coglierà circa tre mesi dopo, le vicende personali di Adelaide si intrecciano a quelle del Regno d’Italia: con l’unificazione territoriale pressoché completata, si chiude l’età degli eroi e comincia la difficile costruzione del nuovo Stato.
Book details
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Publisher
-
Original text
Yes -
Language
Italian -
Original language
Italian -
Page count
280 -
Theme
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Collection
About the author
Antonio Camillo Gibelli
Antonio Gibelli è stato a lungo docente di Storia contemporanea all’Università di Genova. Storico originale, che ha più volte affiancato alle fonti consuete della narrazione storica gli archivi dell’esclusione e le scritture degli illetterati, ha al suo attivo numerosi volumi, tra cui Il popolo bambino. Infanzia e nazione dalla Grande Guerra a Salò (2005), La grande guerra degli italiani 1915-1918 (2014), La guerra grande. Storie di gente comune (2016) e 26 gennaio 1994 (2018). Presso Bollati Boringhieri ha pubblicato L’officina della guerra. La Grande Guerra e le trasformazioni del mondo mentale (1991 e 2007).