Il tempo tra oriente e occidente

Il tempo tra oriente e occidente

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Dopo Heidegger il pensiero occidentale sembra essersi ritirato impaurito di fronte all’enormità del compito della comprensione dell’Essere. Il post-modernismo ha dichiarato bancarotta in tal senso. Nessuno potrebbe dichiararsi soddisfatto dei risultati dell’ermeneutica contemporanea in campo ontologico. Derrida pare aver messo definitivamente da parte la possibilità di attingere l’essere. Le ontologie più recenti peraltro, come quelle di Severino, Nancy e Badiou, risultano erronee nelle loro linee fondamentali; tutte, pur nella loro varietà, considerano la spazialità come costitutiva dell’Essere, cadendo così nell’atavico errore che Heidegger invitava a non ripetere: parlare dell’Essere e tuttavia rivolgersi all’ente. Lo Spazio è in effetti l’essenza non durevole e non temporale dei soli fenomeni. L’Essere è invece a-spaziale e realmente temporale. Solo il riconoscimento dell’essenza istantanea del fenomeno può consentire una comprensione illuminata della reale natura dell’Essere. Una comprensione analoga a

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Marco Christian Santonocito

Marco Christian Santonocito docente di Scienze matematiche applicate presso MIUR. Il suo principale ambito di ricerca è l’ontologia, intesa come indagine sull’essere condotta con metodo fenomenologico. Temi prediletti di studio sono: lo statuto dello spazio e del tempo e il rapporto fra realtà e apparenza. Parallelamente, approfondisce lo studio della filosofia orientale, con particolare riferimento al buddhismo indiano ed estremo orientale (zen).

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