Tina Anselmi

Tina Anselmi nasce a Castelfranco Veneto nel 1927 in una famiglia cattolica antifascista. Il suo impegno civile e politico, iniziato con la Resistenza, cui prende parte come staffetta partigiana, prosegue, dopo la guerra, nel sindacato e all’interno della Democrazia cristiana. Laureata in Lettere all’Università Cattolica di Milano, diviene insegnante nella scuola elementare. Eletta alla Camera dei Deputati nel 1968, riconfermata fino al 1992, nel 1976 è nominata ministro del Lavoro. È la prima donna in Italia a ricoprire tale incarico. Regge in seguito per due volte il ministero della Sanità, dall’11 marzo 1978 al 4 agosto 1979, e compare fra gli autori della riforma che introdusse il Servizio sanitario nazionale. È presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulla Loggia massonica P2 e della Commissione sulle conseguenze delle leggi razziali sulla comunità ebraica. Nel corso della sua carriera politica fa parte anche delle commissioni Lavoro e previdenza sociale, Igiene e sanità, Affari sociali. Si occupa sempre molto dei problemi della famiglia e della donna: si deve a lei la legge sulle pari opportunità. Nel 2004 promuove la pubblicazione di un libro intitolato Tra città di Dio e città dell’uomo. Donne cattoliche nella Resistenza veneta (Istresco, Treviso) di cui scrive l’introduzione e un saggio. È più volte presa in considerazione da politici e società civile per la carica di presidente della Repubblica.