Nell’esperienza giuridica romana è presente l’idea, frutto della speculazione della giurisprudenza classica, che il silenzio, per i suoi significati, le sue funzioni e applicazioni, avesse delle importanti implicazioni sul divenire storico e sociale di alcuni istituti giuridici e sul formarsi dei principi che li governavano. Questi ultimi dovevano essere enunciati in via interpretativa e attraverso specifiche tecniche di “decodificazione” del silenzio che ne ricostruissero il significato e di “decifrazione” delle soluzioni polivalenti in esso insite, in riferimento a esigenze pratiche. Quindi senza enunciare una “teoria generale del silenzio”, che è rifiutata dal giurista Paolo, il quale, affermando “Chi tace non dice nulla”, si limita a constatare l’ambiguità primordiale del silenzio senza pretendere però di interpretarlo.
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Italian -
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Sobre el autor
Francesco Arcaria
Francesco Arcaria, classe 1961, è professore ordinario di Istituzioni di diritto romano e di Storia del diritto romano presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Catania. È autore di centonovanta pubblicazioni (tra cui dieci monografie) intorno alle istituzioni giuridiche e politiche di Roma antica ed è coautore di opere didattiche sulle fonti del diritto romano, nonché di manuali di storia del diritto romano.