Noam Chomsky, C.J. Polychroniou
«Una lettura brillante e intelligente.»
The Guardian
«L’urgenza, la sottigliezza e lo stile con cui Runciman prende in giro i paradossi e i pericoli affrontati dalla democrazia fanno di questo uno dei migliori libri recenti sull’argomento.»
The Observer
Ovunque, tra i paesi democratici, sotto i colpi di crisi finanziarie ricorrenti, migrazioni incontrollate e crescita stagnante, si sta insinuando un dubbio sempre più persistente. E se il nostro sistema democratico, che ci ha portato progresso e stabilità, non fosse più la forma di governo migliore per affrontare i cambiamenti e le sfide del XXI secolo?
È, oggi più che mai, una domanda fondamentale. Tanto più, visto che ad ogni voto si erode la partecipazione degli elettori e montano pulsioni centrifughe e populiste, in Europa e negli Stati Uniti.
David Runciman, tra i più ascoltati studiosi di politica del mondo anglosassone, non pensa che la democrazia sia finita. Piuttosto, sostiene che stia soffrendo – questo sì – di una «crisi di mezza età».
Sì, la democrazia è spesso disordinata, lenta e inefficace. Sì, gli elettori a volte scelgono governanti impresentabili o oltremisura.
Sì, la democrazia in questo momento storico sembra particolarmente stanca e non gode di buona salute.
Eppure, nonostante tutto, c’è ancora qualcosa di speciale in questo sistema imperfetto.
Uno dei suoi grandi meriti è la capacità di autointerrogarsi sui propri limiti e di correggersi in corsa, come nessun’altra forma di governo.
La democrazia come la conosciamo non cadrà, ci dice Runciman, per un colpo di Stato, né a causa della rivoluzione digitale, o in seguito a una catastrofe climatica o nucleare; paradossalmente sembra che l’aspirazione delle comunità umane sia sempre progressiva e che con il tempo vada sempre, inevitabilmente, ad assestarsi verso un sistema che oggi è dato per scontato. L’ondata populista, il trumpismo, le tentazioni illiberali, la reductio ad absurdum della politica, le risse su Twitter non saranno la fine della democrazia.
Così finisce la democrazia è una lettura agile, informativa, a tratti cupa, ma indispensabile per comprendere a fondo i tempi incerti di cambiamento che viviamo.
The Guardian
«L’urgenza, la sottigliezza e lo stile con cui Runciman prende in giro i paradossi e i pericoli affrontati dalla democrazia fanno di questo uno dei migliori libri recenti sull’argomento.»
The Observer
Ovunque, tra i paesi democratici, sotto i colpi di crisi finanziarie ricorrenti, migrazioni incontrollate e crescita stagnante, si sta insinuando un dubbio sempre più persistente. E se il nostro sistema democratico, che ci ha portato progresso e stabilità, non fosse più la forma di governo migliore per affrontare i cambiamenti e le sfide del XXI secolo?
È, oggi più che mai, una domanda fondamentale. Tanto più, visto che ad ogni voto si erode la partecipazione degli elettori e montano pulsioni centrifughe e populiste, in Europa e negli Stati Uniti.
David Runciman, tra i più ascoltati studiosi di politica del mondo anglosassone, non pensa che la democrazia sia finita. Piuttosto, sostiene che stia soffrendo – questo sì – di una «crisi di mezza età».
Sì, la democrazia è spesso disordinata, lenta e inefficace. Sì, gli elettori a volte scelgono governanti impresentabili o oltremisura.
Sì, la democrazia in questo momento storico sembra particolarmente stanca e non gode di buona salute.
Eppure, nonostante tutto, c’è ancora qualcosa di speciale in questo sistema imperfetto.
Uno dei suoi grandi meriti è la capacità di autointerrogarsi sui propri limiti e di correggersi in corsa, come nessun’altra forma di governo.
La democrazia come la conosciamo non cadrà, ci dice Runciman, per un colpo di Stato, né a causa della rivoluzione digitale, o in seguito a una catastrofe climatica o nucleare; paradossalmente sembra che l’aspirazione delle comunità umane sia sempre progressiva e che con il tempo vada sempre, inevitabilmente, ad assestarsi verso un sistema che oggi è dato per scontato. L’ondata populista, il trumpismo, le tentazioni illiberali, la reductio ad absurdum della politica, le risse su Twitter non saranno la fine della democrazia.
Così finisce la democrazia è una lettura agile, informativa, a tratti cupa, ma indispensabile per comprendere a fondo i tempi incerti di cambiamento che viviamo.
Detalles de eBook
-
Editor
-
Idioma
Italian -
Fecha de publicación
-
Contador de páginas
224 -
Traductor
-
Colección
Sobre el autor
David Runciman
David Runciman (1967) insegna Scienze politiche a Cambridge, dove dirige il dipartimento di Politica e studi internazionali. Scrive regolarmente sul «Guardian» e la «London Review of Books». Presso Bollati Boringhieri ha pubblicato il «sampietrino» Politica (2015) e Così finisce la democrazia. Paradossi, presente e futuro di un'istituzione imperfetta (2019).