Fino alla vetta Le grandi imprese dell’alpinismo svizzero nel secondo dopoguerra

Fino alla vetta

Le grandi imprese dell’alpinismo svizzero nel secondo dopoguerra

Nel maggio 1956, gli scalatori svizzeri Ernst Schmied e Jürg Marmet e successivamente Dölf Reist e Hans Ruedi von Gunten raggiunsero la vetta del monte Everest, il più alto punto della Terra, a quota 8.848 metri. Appena qualche giorno prima un’altra spedizione svizzera aveva compiuto un’importante prodezza: Fritz Luchsinger e Ernst Reiss erano stati i primi a scalare il vicino Lhotse, la quarta montagna più alta del mondo, con i suoi 8.516 metri. Con questi successi gli alpinisti scrissero una pagina di storia dell’alpinismo del loro Paese, incarnando anche l’ambizione della Svizzera a un ruolo di primo piano nel dopoguerra. “Scalando” queste pagine, “in cordata” insieme a Reist, il lettore potrà conquistare le cime più affascinanti del globo: dalle Alpi alle vertiginose altezze dell’Himalaya, passando per l’Africa fino ai ventosi picchi dell’America del Sud, immergendosi in un avventura esplorativa tipica dell’alpinismo dell’epoca.

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À propos de l'auteur

Dölf Reist

Dölf Reist (1921-2000) è stato un alpinista svizzero, noto soprattutto per la terza conquista del Monte Everest il 23 maggio 1956, come parte della spedizione svizzera del 1956.

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