Architettura e urbanistica hanno certamente a che fare con la vita, ma la frequenza del suo richiamo all’interno di discorsi e pratiche progettuali è molto variata nel tempo. La riflessione biopolitica di Michel Foucault, estesa all’urbanistica moderna da Bernardo Secchi nel suo ultimo scritto dedicato alla tradizione europea di disegno urbano, illumina una fondamentale chiave di lettura della relazione instabile e composita tra spazio, vita e potere. Paola Viganò riparte da questi ragionamenti e li porta alle loro estreme conseguenze. L’ipotesi della transizione ecologica e sociale come nuovo progetto biopolitico colloca questo libro in un ampio quadro concettuale, chiarendo la rinnovata centralità della vita in ogni ricerca sul futuro dello spazio alle diverse scale. Il libro discute dei modi nei quali il suo progetto può contribuire a dare forma ad un’azione biopolitica affermativa, di emancipazione sostanziale; considera lo spazio un capitale collettivo, supporto, agente essenziale per adattare la nostra vita a condizioni profondamente cambiate. Al di là della crisi ecologica e della nuova coscienza che l’accompagna, Paola Viganò riporta in luce la complessa relazione tra spazio e vita, tra corpi, popolazioni, spazio e potere; la sua centralità nel presente e nel futuro del progetto della città.
Détails du livre
-
Éditeur
-
Texte original
Oui -
Langue
Italien -
Langue d'origine
Italien -
Date de publication
-
Collection
À propos de l'auteur
Paola Viganò
Paola Viganò, professore di Urban Design and Urban Theory all’École Polytechnique di Lausanne e allo Iuav di Venezia, si occupa del progetto spaziale della transizione ecologica e sociale di città e territori. Nel 2013 ha ricevuto, tra gli altri, il Grand Prix de l’Urbanisme e nel 2022 il premio Schelling per la teoria dell’architettura. Nel 1990, insieme a Bernardo Secchi, ha fondato lo studio Secchi Viganò e, dal 2015, StudioPaolaViganò.