L'università delle donne Accademiche e studentesse dal Seicento a oggi

L'università delle donne

Accademiche e studentesse dal Seicento a oggi

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Nel 1678 Elena Lucrezia Cornaro Piscopia si laurea in Filosofia presso l’Università di Padova. La sua storia è però unica. Per ottenere il libero accesso alle aule universitarie alle donne occorrerà ancora molto tempo: secoli di dibattiti sulle capacità femminili e sulla cosiddetta coeducazione. Possono le donne e gli uomini percorrere gli stessi percorsi di studio, accedere ai medesimi saperi? Ciò costituirebbe una minaccia a ruoli di genere storicamente consolidati? Tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, la svolta. Alle studentesse è concesso di iscriversi alle università, a Padova come altrove. E lo fanno sempre più numerose e combattive. È ancora il tempo delle pioniere, molte difficoltà continuano a permanere, ma qualcosa è cambiato e il Novecento finirà per essere il secolo delle donne nell’università. Non solo studentesse, dunque, ma anche docenti, portatrici di saperi vecchi e nuovi e desiderose di farli circolare in spazi che fino a quel momento erano stati monopolio maschile. Anche su questo versante, inutile dirlo, il percorso resta irto di ostacoli; lo dimostrano le vicende di molte promettenti ricercatrici costrette a rinunciare ai propri sogni o a prolungare il precariato in luoghi alla periferia dell’accademia. La storia che raccontiamo a partire dall’Ateneo padovano, ma con uno sguardo ampio verso l’Italia e l’Europa, fa luce su una traiettoria fino ad ora assai poco indagata, che ha il suo inizio alla fine del Seicento e come vedremo anche prima. Un percorso accidentato e ben poco lineare, visto che ancora oggi la presenza e il ruolo delle donne nelle università rimane una questione aperta e in buona parte da risolvere.

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