Miliardi di foto postate e condivise sui social network, di macchine analogiche e digitali sempre più sofisticate ma anche sempre più superate da tablet e smartphone. Milirdi di immagini da cui nei prossimi anni saremo invasi, perché mai come oggi la fotografia accompagna ogni momento delle giornate di noi tutti: fotografi più o meno consapevoli, che, con il semplice gesto di estrarre dalla tasca il telefonino, abbiamo da qualche anno imparato a consegnare vite intere, ricordi e bellezza, a flussi di immagini archiviate (e spesso dimenticate) in una memoria esterna artificiale. Immagini che crediamo eterne ma che sono, in realtà, molto più effimere e facilmente destinate all'oblio delle vecchie diapositive conservate in soffitta. Scatti che possiamo sì moltiplicare all'infinito ma che si riescono a visualizzare al meglio solo nelle ridottissime dimensioni della cornice di uno smartphone, dove i filtri di Instagram donano una patina di bellezza (e un'illusione di creatività) anche al più comune tramonto. Selfie che dimostrano fino a che punto la nuova fotografia dell'era digitale - l'iperfotografia - stia diventando sempre più specchio, e non finestra sul mondo. Perdendo per sempre la sua magia. Ma che ne sarà della verità e della potenza della fotografia? Che ne sarà della sua particolarissima magia, che rivela e spiega, che denuncia e mette a nudo? Se lo chiede Roberto Cotroneo in questo saggio sulla fotografia e la sua storia che è al contempo un personalissimo memoir, in grado di evocare sulla pagina la magia stessa delle immagini fotografiche, tra ricordi personali e suggestioni letterarie, tra incontri con grandi maestri come Ferdinando Scianna e analisi, ispirate alla lezione di Susan Sontag e Roland Barthes, degli scatti più controversi del giornalismo d'inchiesta e della fotografia di moda. Fino a svelare, in una prospettiva sempre illuminante e inattesa, le radici del cambiamento tecnologico degli ultimi decenni: una rivoluzione da interpretare anche, e soprattutto, come un cambiamento sociale che ha trasformato e sta trasformando nel profondo il nostro sguardo sul mondo. Uno sguardo che, secondo Cotroneo, proprio come se la fotografia fosse prigioniera di un eterno selfie, è ormai uno sguardo rovesciato.
«Il racconto di una rivoluzione tecnologica che ha creato un'ossessione: il selfie» - Aldo Cazzullo, Corriere della Sera
«Un saggio sorprendente, prima di tutto per la sua mutevolezza camaleontica: racconta momenti di storia sociale e popolare, di usi e costumi, di artigianato, mestieri e professioni, di comportamento comune» - Furio Colombo, Il Fatto Quotidiano
«Il racconto di una rivoluzione tecnologica che ha creato un'ossessione: il selfie» - Aldo Cazzullo, Corriere della Sera
«Un saggio sorprendente, prima di tutto per la sua mutevolezza camaleontica: racconta momenti di storia sociale e popolare, di usi e costumi, di artigianato, mestieri e professioni, di comportamento comune» - Furio Colombo, Il Fatto Quotidiano
Détails du livre
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Éditeur
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Texte original
Oui -
Langue
Italien -
Date de publication
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Nombre de pages
176
À propos de l'auteur
Roberto Cotroneo
Roberto Cotroneo, scrittore, critico letterario e fotografo, è stato per molti anni a capo delle pagine culturali dell’“Espresso”. Collabora con il “Corriere della Sera”. Ha curato l’edizione delle Opere di Giorgio Bassani per “I Meridiani” Mondadori e scritto molti romanzi e saggi sulla letteratura, sulla scrittura creativa, la musica e la fotografia. Per Utet ha pubblicato Il sogno di scrivere. Perché lo abbiamo tutti. Perché è giusto realizzarlo (2014) e Lo sguardo rovesciato. Come la fotografia sta cambiando le nostre vite (2015). Il suo ultimo libro è Genius loci. Nel teatro dell’arte (Contrasto, 2017) che riprende una sua mostra fotografica tenuta alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.