A cura di Roberto Finelli e Paolo Vinci
Traduzione di Irene Castiglia
Edizione integrale
Mosè e il monoteismo rappresenta l’ultima grande opera – dopo Totem e tabù e Il disagio della civiltà – dedicata al tema della genesi della civiltà umana e al passaggio dalla “natura” alla “cultura”. Qui Freud esamina la possibilità di un incontro tra storia, grandi temi culturali e psicoanalisi. Può la storia essere letta attraverso gli strumenti della psicoanalisi, quali il complesso di Edipo, l’ambivalenza strutturale dei sentimenti umani, i meccanismi della proiezione e della trasfigurazione simbolica? Può la storia essere “psicologizzata”? A queste domande cerca di rispondere l’ultimo Freud che, prima di morire e nel pieno dell’antisemitismo nazista, non esita a sottoporre ad “analisi” la propria identità ebraica e l’essenza stessa dell’ebraismo.
«Privare un popolo dell’uomo che esso celebra come il più grande dei suoi figli non è qualcosa che si compie volentieri o con facilità, tanto più quando si appartiene a quel popolo. Ma nulla ci deve indurre a sottomettere la verità a presunti interessi nazionali, se dal chiarimento di uno stato di cose possiamo aspettarci un progresso della nostra conoscenza.»
Sigmund Freud
padre della psicoanalisi, nacque a Freiberg, in Moravia, nel 1856. Autore di opere di capitale importanza (tra le quali citeremo soltanto L’interpretazione dei sogni, Tre saggi sulla sessualità, Totem e tabù, Psicopatologia della vita quotidiana, Al di là del principio del piacere), insegnò all’università di Vienna dal 1920 fino al 1938, quando fu costretto dai nazisti ad abbandonare l’Austria. Morì l’anno seguente a Londra, dove si era rifugiato insieme con la famiglia. Di Freud la Newton Compton ha pubblicato molti saggi in volumi singoli e la raccolta Opere 1886/1921.
Traduzione di Irene Castiglia
Edizione integrale
Mosè e il monoteismo rappresenta l’ultima grande opera – dopo Totem e tabù e Il disagio della civiltà – dedicata al tema della genesi della civiltà umana e al passaggio dalla “natura” alla “cultura”. Qui Freud esamina la possibilità di un incontro tra storia, grandi temi culturali e psicoanalisi. Può la storia essere letta attraverso gli strumenti della psicoanalisi, quali il complesso di Edipo, l’ambivalenza strutturale dei sentimenti umani, i meccanismi della proiezione e della trasfigurazione simbolica? Può la storia essere “psicologizzata”? A queste domande cerca di rispondere l’ultimo Freud che, prima di morire e nel pieno dell’antisemitismo nazista, non esita a sottoporre ad “analisi” la propria identità ebraica e l’essenza stessa dell’ebraismo.
«Privare un popolo dell’uomo che esso celebra come il più grande dei suoi figli non è qualcosa che si compie volentieri o con facilità, tanto più quando si appartiene a quel popolo. Ma nulla ci deve indurre a sottomettere la verità a presunti interessi nazionali, se dal chiarimento di uno stato di cose possiamo aspettarci un progresso della nostra conoscenza.»
Sigmund Freud
padre della psicoanalisi, nacque a Freiberg, in Moravia, nel 1856. Autore di opere di capitale importanza (tra le quali citeremo soltanto L’interpretazione dei sogni, Tre saggi sulla sessualità, Totem e tabù, Psicopatologia della vita quotidiana, Al di là del principio del piacere), insegnò all’università di Vienna dal 1920 fino al 1938, quando fu costretto dai nazisti ad abbandonare l’Austria. Morì l’anno seguente a Londra, dove si era rifugiato insieme con la famiglia. Di Freud la Newton Compton ha pubblicato molti saggi in volumi singoli e la raccolta Opere 1886/1921.
Détails du livre
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Éditeur
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Texte original
Oui -
Langue
Italien -
Date de publication
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Nombre de pages
158