Lo storico romano Cornelio Nepote (100 - 30 a.C.) fu una figura di intellettuale che sembrò disdegnare in tutta la sua vita l'impegno civile e politico, preferendo rifugiarsi nell'otium letterario che gli diede modo di scrivere parecchie opere che testimoniano il suo gusto spiccato per l'erudizione. L'opera con cui Cornelio Nepote raggiunse la maggiore notorietà fu il De virus illustribus, una galleria di ritratti in almeno sedici libri che comprendono una quindicina di categorie suddivise a loro volta in due libri: uno dedicato a personaggi greci o stranieri, l'altro a uomini di nazionalità romana, dando vita all'idea di contrapposizione greco/romano che sarà poi ripresa nel modo del tutto originale e con maggiore pregio artistico dallo scrittore greco Plutarco nel secondo secolo d.C. nelle sue Vite. Di quest'opera ci rimangono una parte esigua dal titolo De excellentibus ducibus exterarum gentium, che comprende biografie di diciannove personaggi greci e di due cartaginesi Amilcare e Annibale, e la sezione De historicis latinis di cui sono giunte a noi solo le biografie di T. Pomponio Attico e di Catone il Censore. Quel che resta di quest'opera, più i frammenti di altre opere perdute, come i Chronica, gli Exempla e i vari frammenti di incerta attribuzione, sono raccolti in questa versione digitale edita da UTET con un accurato compendio critico e l'originale latino integrato in forma ipertestuale.

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