Gli Stenogrammi filosofici di Günther Anders sono aforismi inediti, pubblicati per la prima volta nel 1965. In queste brevi riflessioni-lampo è raccolta la summa del pensiero di uno dei filosofi più provocatori del Novecento, quello più restio a imbrigliature e categorizzazioni.
I grandi temi andersiani – il rapporto fra uomo e tecnica, l’alienazione causata dal capitale e la catastrofe imminente – risuonano nell’attualità in modo inquietante. Ancora più dirompente, oggi, è la forza degli aforismi dedicati al pericolo delle armi atomiche e alle persistenti minacce di guerre nucleari.
Con il «ritmo rapsodico di una sessione jazzistica», come sottolinea il curatore Sergio Fabian, questi Stenogrammi fanno emergere le ombre di un passato così poco passato che paiono addirittura «segnali dal futuro» imminente, nell’interpretazione della germanista Rosalba Maletta che ne ha scritto la postfazione.
Una riflessione intensa che aiuta a guardare con occhio critico, pur senza debordare in disfattismo, la stagnante incertezza in cui pare affossata la società contemporanea.
I grandi temi andersiani – il rapporto fra uomo e tecnica, l’alienazione causata dal capitale e la catastrofe imminente – risuonano nell’attualità in modo inquietante. Ancora più dirompente, oggi, è la forza degli aforismi dedicati al pericolo delle armi atomiche e alle persistenti minacce di guerre nucleari.
Con il «ritmo rapsodico di una sessione jazzistica», come sottolinea il curatore Sergio Fabian, questi Stenogrammi fanno emergere le ombre di un passato così poco passato che paiono addirittura «segnali dal futuro» imminente, nell’interpretazione della germanista Rosalba Maletta che ne ha scritto la postfazione.
Una riflessione intensa che aiuta a guardare con occhio critico, pur senza debordare in disfattismo, la stagnante incertezza in cui pare affossata la società contemporanea.
Détails du livre
-
Éditeur
-
Langue
Italien -
Date de publication
-
Nombre de pages
160 -
Traducteur
-
Collection
À propos de l'auteur
Gunther Anders
Günther Anders (pseudonimo di Günther Stern, 1902-1992) fu uno dei maggiori filosofi del Novecento. Rientrato dagli Stati Uniti nel 1950, dopo un lungo esilio, divenne noto sia per la pubblicistica sull’allarme atomico sia per la riflessione sul «dislivello prometeico» tra l’uomo e la tecnica. Presso Bollati Boringhieri sono usciti Amare, ieri. Annotazioni sulla storia della sensibilità (2004), L’odio è antiquato (2006), i due volumi de L’uomo è antiquato (2007), Discesa all’Ade. Auschwitz e Breslavia, 1966 (2008), Dopo Holocaust, 1979 (2014).