Negli ultimi due decenni si è assistito a una significativa riduzione del ruolo del Parlamento nell’approvazione del bilancio di previsione, attraverso l’uso sistematico, da parte del Governo, della pratica distorsiva basata sul maxi emendamento e la fiducia. Questa compressione della funzione allocativa del Parlamento non si è attenuata nemmeno dopo l’implementazione della riforma del 2016, che ha conferito natura sostanziale alla legge di bilancio e abolito la legge di stabilità, in attuazione della revisione costituzionale del 2012. Anche nel 2024 il fenomeno si è riproposto, consolidando così la tendenza al declino dell’influenza del Parlamento nelle decisioni sulle politiche pubbliche e sui programmi da attuare. Il bilancio è il luogo irriducibile della democrazia e il Parlamento deve tornare ad essere il protagonista principale nella sua trattazione.
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Testo originale
Sì -
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Italiano -
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Sull'autore
Marcello Degni
È economista esperto di finanza pubblica e di procedure di bilancio. Dopo essere stato consigliere parlamentare del Senato della Repubblica è ora docente della Scuola nazionale dell’amministrazione (Sna). Svolge attività accademica nelle università di Roma, Pisa e Venezia. Per Castelvecchi ha pubblicato (con Pasquale Ferro) Il ritardo nei pagamenti delle amministrazioni pubbliche (2016).