Il mondo dopo l’uomo. Tecnica e violenza

Il mondo dopo l’uomo. Tecnica e violenza

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Günther Anders pone il lettore di fronte ad un’evidenza: con l’avanzamento della tecnica l’uomo sta mettendo in pericolo la sua esistenza. Anzi, lo ha già fatto attraverso i tragici avvenimenti delle guerre mondiali, della guerra in Vietnam e dello sgancio della bomba atomica. Se l’uomo, peccando di un ingenuo antropocentrismo, credeva di poter dominare la natura attraverso la tecnica, ora la situazione è rovesciata. Non è più l’uomo il soggetto della storia, bensì la tecnica. Quest’ultima è già oltre ciò che l’uomo potesse immaginare. L’essere umano ha i mezzi per autodistruggersi ed egli ha dato prova di poterlo fare senza rendersene conto. La denuncia di Anders è radicale e fa appello alla necessità di riflettere sulla situazione in cui si trova l’uomo nel mondo che egli stesso ha prodotto e nel tempo da lui definito come terza rivoluzione industriale. In questo tempo l’uomo è giunto ad una pericolosa scissione tra ciò che egli è in grado di produrre e le conseguenze ormai non più immaginabili della sua produzione.

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Sull'autore

Günther Anders

Günther Anders (Breslavia 1902 - Vienna 1992), allievo di Husserl e di Heidegger, compagno di pensiero e di vita di Hannah Arendt, è uno dei maggiori pensatori eretici del Novecento. Divenne noto sia per la sua riflessione sul “dislivello prometeico” tra l’uomo e la tecnica (L’uomo è antiquato, vol. I e II, 2003), sia per l’attività di critico letterario (Uomo senza mondo. Scritti sull’arte e sulla letteratura, 1991; Kafka. Pro e contro, 2006) e di scrittore (La catacomba molussica, 2008). In Italia è stato insignito nel 1961 del Premio letterario “Della Resistenza - Città di Omegna” per l’opera Essere o non essere. Diario di Hiroshima e Nagasaki; La catacomba molussica (1992) e La battaglia delle ciliegie (2011, postumo). Per i tipi di Mimesis sono già apparsi Il mondo dopo l’uomo. Tecnica e violenza (nel 2008) e Lo sguardo dalla torre (nel 2012, ed. or. 1970).

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