Nell’era contemporanea, la crisi della democrazia investe non solo le forme ma la concezione stessa della sovranità popolare. Mentre la pressione del mercato neoliberista genera antipolitica, i populismi irrompono nelle competizioni elettorali e nelle istituzioni statali. La demo¬crazia è così privata del suo significato e ridotta a un concetto cavo. Occorre ridefinirla, rompendo le gabbie interpretative nelle quali è stata imprigio¬nata, oltre la parità basata sul principio monetario e l’uguaglianza retorica. Occorre volgere di nuovo lo sguardo alla città, quale matrice di un nuovo federalismo e forza civilizzatrice dell’economia. L’autrice, rileggendo il pen¬siero di Judith Butler e Hannah Arendt, teorizza una democrazia dei corpi, un’alleanza tra coloro che, vivendo ai margini, convergono verso lo spazio e l’istante della protesta, reclamando, in coro, il diritto alla rivoluzione.
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Testo originale
Sì -
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Italiano -
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Collana
Sull'autore
Emanuela Fornari
Docente di Ontologia ed Ermeneutica filosofica all’Università di Roma Tre, membro della direzione della rivista «Paradosso», collaboratrice della rivista «Constellations» e columnist del quotidiano «El País». Fra i suoi lavori: Modernità fuori luogo (2005), Linee di confine. Filosofia e postcolonialismo (2011), Concetti e luoghi altri (2013). Fra le sue pubblicazioni in lingua straniera ricordiamo Heterotopías del mundo finito, con prefazione di Giacomo Marramao (2014).