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Nella Milano al tempo della pandemia, un palazzo racchiude frammenti di umanità sull’orlo del baratro. L’edificio in stile Liberty, "uno qualsiasi di via Venti Settembre", diventa teatrino di ombre cinesi, ogni piano ospita una storia sul cui palco vanno in scena personaggi al limite del grottesco. La famiglia Boroni, capitanata da Piero, medico ligio al giuramento di Ippocrate, schiacciato tra dubbi esistenziali e il disagio del figlio Luchino, cantante frustrato. Antitetica figura, è l’omeopata Ruben Crespi con la sua medicina non convenzionale, il modo di vivere anticonformista e l’attico all’ultimo piano trasformato in giardino incantato. Le anziane sorelle Costa, Emma, ex professoressa di lettere, e l’arteriosclerotica Gianna. Il pittore Rocco Galli, emigrato negli anni Settanta dalla Basilicata, in fuga da un tragico incidente d’infanzia. I Flick, tipica famiglia di laureati e sottoccupati, nonché gestori di bed and breakfast. Il ragioniere Plinio Lorusso e la blasonata Catherine Marie Kettler. In lockdown tra le quattro mura di casa, tutti sono costretti a fare i conti tra passato e presente. Il lettore guarda nell’acquario generazioni imbarbarite e rese nude dall’arrivo del virus. Ma c’è qualcun altro a osservare con scabrosa avidità e a tessere le trame degli inconsapevoli attori. E se fosse un’incarnazione divina? Pan, mezzo uomo e mezzo capro, custode delle leggi della Natura. Non a caso imbattersi in Pan provoca panico e la pandemia diventa la sua manifestazione nel mondo reale. Narratore, cronista, untore. A chi sta raccontando le sventure di noi umani? Contro chi leva il selvaggio grido che infetta chiunque osi importunarlo? Nell’epoca in cui le certezze della scienza diventano baluardo spettacolare contro l’estinzione, Audisio di Somma crea un gioco di specchi, dove ai protagonisti sfuggono le certezze, trovandosi smarriti. E al lettore tocca fare i conti con inquietanti domande sotterranee.

Dettagli libro

Sull'autore

Federico Audisio di Somma

Federico Audisio di Somma, dopo gli studi classici, si laurea in medicina e chirurgia e si specializza in Medicina del Lavoro. Nel 1997 decide coraggiosamente di lasciare la promettente carriera ospedaliera per dedicarsi da un lato allo studio e all’esercizio della medicina psicosomatica, in chiave umanistica, e dall’altro alla scrittura. Tra le sue pubblicazioni L’uomo che curava con i fiori (Piemme, 2001), vincitore del Premio Bancarella nel 2002, i tre romanzi brevi Il fiore dell’omeopata (Piemme, 2003) e Siddharta Rave (Cairo, 2018). Fin dalla fondazione nel 2006, collabora con il Circolo dei Lettori di Torino, dove conduce un Gruppo di Lettura dedicato all’editoria indipendente.

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