Politicamente corretto l conformismo morale come regime

Politicamente corretto

l conformismo morale come regime

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Un’analisi originale del politicamente corretto come forma di comunicazione e come riflesso delle profonde trasformazioni all’opera negli ultimi decenni nel contesto delle società occidentali. A partire da una prospettiva originale come quella svedese, e da una serie di situazioni vissute in prima persona, l’antropologo Jonathan Friedman analizza il politicamente corretto come una particolare realtà sociale, e come uno strumento politico nelle mani delle nuove élite. Una realtà sintomatica di un insieme di fenomeni (l’immigrazione, il multiculturalismo, la segregazione sociale, il “declino” dello Stato-nazione, etc.) cruciali da comprendere per preservare uno spazio critico razionale e una sfera pubblica in cui sia ancora possibile discutere differenti interpretazioni della realtà. Una critica arguta del contesto moraleggiante in cui viviamo e della sua pretesa di neutralizzare il dibattito stabilendo ciò di cui si può, e ciò di cui non si deve, parlare.

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Sull'autore

Jonathan Friedman

Jonathan Friedman ha insegnato antropologia sociale alla Lund University, in Svezia, all’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi e all’University of California di San Diego. A partire dagli anni ‘70, assieme a Kajsa Ekholm-Friedman, è stato uno degli iniziatori dell’antropologia dei sistemi mondiali che ha contribuito a cambiare l’approccio allo studio delle trasformazioni delle forme della vita sociale e culturale, nell’antichità come nelle società contemporanee. Una sua raccolta di saggi, La quotidianità del sistema globale, è apparsa nel 2005.