“Tracciando un confine non si dice ancora perché lo si traccia”, sostiene Wittgenstein nelle Ricerche filosofiche. Questa operazione concettuale e pragmatica è inevitabile e perfino necessaria, ma la si può spiegare, invece di abbandonarla al pregiudizio, per tracciarne confini sensati e che permettano lo sviluppo delle facoltà e delle relazioni umane. I contributi raccolti in questo volume presentano modelli gnoseologici critici rispetto all’“atteggiamento naturale” che assume i fatti e le opinioni come mere datità. Gli studi qui raccolti sul metodo diairetico dei tardi dialoghi platonici, il dibattito tardoantico sulla classificazione, le teorie del giudizio/ critiche del pregiudizio tra Descartes e Kant, la critica del “pensiero astratto” di Hegel, l’analisi fenomenologica del mondo della vita, l’esame delle norme nella biopolitica e nelle pratiche giuridiche, la relazione tra emozioni e pregiudizi, il pregiudizio informatico e quello antropologico hanno l’intento di chiarire come ogni confine che definisce l’esperienza presupponga strutture cognitive che non siano del tutto indipendenti dai vari modi di vivere, ma che con esse siano in rapporti teleologici complessi. La critica dei pregiudizi va unita alla critica della conoscenza e alla capacità di discutere la coerenza e la validità dei sistemi di scopi che governano la prassi.
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Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
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Numero di pagine
222 -
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AA. VV.
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