In principio fu l’ottimismo libertario: internet ci avrebbe avvicinati e ci avrebbe resi più consapevoli. Poi è stato il turno della net delusion e della rete come massima espressione del capitalismo della sorveglianza e della dittatura dei dati. E ora eccoci alla pandemia, che ci ha mostrato come il web non sia soltanto una tecnologia, ma anche un ambiente vitale che impone la propria economia e richiede, come rimedio, una propria ecologia. Tra populismo mediatico e digitalizzazione della vita quotidiana, questo saggio vuole esplorare una terza via, equidistante dall’utopia e dall’apocalisse. Per un’ecologia della rete, ci ha insegnato Stefano Rodotà, non bastano né l’attuale autoregolamentazione dal basso, né una futura regolazione dall’alto. La fine della presidenza Trump ha mostrato che la soluzione è indifferibile, e può essere solo evolutiva, partecipata, flessibile. Perché la rete, come il mare, dev’essere navigabile per tutti, ma in un quadro di regole semplici e condivise.
Dettagli libro
-
Editore
-
Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
-
Argomento
-
Collana
Sull'autore
Mauro Barberis
Mauro Barberis è professore ordinario di Filosofia del diritto all’Università degli Studi di Trieste, collabora con “il Fatto Quotidiano” e “MicroMega” ed è editorialista del “Secolo XIX”. Tra le sue ultime pubblicazioni: Non c’è sicurezza senza libertà. Il fallimento delle politiche antiterrorismo (2017) e Come internet sta uccidendo la democrazia (2020).