Con una prefazione di Reinhold Messner
Figli e nipoti di guide alpine della storica Società delle Guide alpine di Courmayeur, la più antica al mondo dopo quella di Chamonix, i fratelli Alessio e Attilio Ollier hanno condiviso l’amore per la montagna, per il Monte Bianco dove sono nati e cresciuti, e per il mestiere dei loro avi. E negli anni Sessanta-Settanta sono diventati una delle cordate più forti in assoluto, in grado di competere con i nomi più famosi del momento. Nel 1965 realizzarono forse il loro capolavoro alpinistico: la prima invernale della Poire sul versante italiano del Bianco, ambita da molti fuoriclasse dell’epoca tra cui Walter Bonatti. Scesi dal versante francese, furono celebrati per la grande impresa e vennero scortati da Chamonix a Courmayeur attraverso il traforo del Bianco non ancora aperto al pubblico. Con Bonatti, peraltro, i contatti erano frequenti nell’ambiente delle guide di Courmayeur e quattro anni prima gli Ollier avevano preso parte ai soccorsi durante la tragedia del Pilone Centrale del Frêney, così come, mettendo a repentaglio la propria vita, presero parte a centinaia di operazioni di soccorso, salvando alpinisti che tentavano imprese al limite dell’impossibile, come René Desmaison che nel 1971 rimase intrappolato lungo la direttissima della Punta Walker sulle Grandes Jorasses. Affiatatissimi in cordata, come solo due fratelli possono essere, alla stregua di Reinhold e Günther Messner, hanno battuto forse come nessun altro tutte le cime delle Alpi occidentali e hanno partecipato anche singolarmente a spedizioni extraeuropee di rilievo. Tra il novembre 1968 e il marzo 1969, esattamente cinquant’anni fa, i due fratelli si trovarono addirittura agli antipodi: Alessio con Carlo Mauri in Antartide nella prima spedizione alpinistico-scientifica italiana finanziata dal CAI e dal CNR, e Attilio in Groenlandia con l’esploratore Guido Monzino nella prima spedizione italiana verso il Polo Nord.
Figli e nipoti di guide alpine della storica Società delle Guide alpine di Courmayeur, la più antica al mondo dopo quella di Chamonix, i fratelli Alessio e Attilio Ollier hanno condiviso l’amore per la montagna, per il Monte Bianco dove sono nati e cresciuti, e per il mestiere dei loro avi. E negli anni Sessanta-Settanta sono diventati una delle cordate più forti in assoluto, in grado di competere con i nomi più famosi del momento. Nel 1965 realizzarono forse il loro capolavoro alpinistico: la prima invernale della Poire sul versante italiano del Bianco, ambita da molti fuoriclasse dell’epoca tra cui Walter Bonatti. Scesi dal versante francese, furono celebrati per la grande impresa e vennero scortati da Chamonix a Courmayeur attraverso il traforo del Bianco non ancora aperto al pubblico. Con Bonatti, peraltro, i contatti erano frequenti nell’ambiente delle guide di Courmayeur e quattro anni prima gli Ollier avevano preso parte ai soccorsi durante la tragedia del Pilone Centrale del Frêney, così come, mettendo a repentaglio la propria vita, presero parte a centinaia di operazioni di soccorso, salvando alpinisti che tentavano imprese al limite dell’impossibile, come René Desmaison che nel 1971 rimase intrappolato lungo la direttissima della Punta Walker sulle Grandes Jorasses. Affiatatissimi in cordata, come solo due fratelli possono essere, alla stregua di Reinhold e Günther Messner, hanno battuto forse come nessun altro tutte le cime delle Alpi occidentali e hanno partecipato anche singolarmente a spedizioni extraeuropee di rilievo. Tra il novembre 1968 e il marzo 1969, esattamente cinquant’anni fa, i due fratelli si trovarono addirittura agli antipodi: Alessio con Carlo Mauri in Antartide nella prima spedizione alpinistico-scientifica italiana finanziata dal CAI e dal CNR, e Attilio in Groenlandia con l’esploratore Guido Monzino nella prima spedizione italiana verso il Polo Nord.
Dettagli libro
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Editore
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Lingua
Italiano -
Lingua originale
Italiano -
Data di pubblicazione
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Numero di pagine
176 -
Argomento
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Collana
Sull'autore
Guido Andruetto
Guido Andruetto, giornalista, scrive per la Repubblica e i suoi supplementi (il Venerdì, D la Repubblica). Collabora con Vogue e Rolling Stone. Appassionato di montagna ed escursionismo, è sempre stato affascinato dall’alpinismo e dalle storie che ha ascoltato dalle guide alpine della storica Società di Courmayeur. Oltre a Fratelli e compagni di cordata, ha scritto Bertone. La montagna come rifugio sul grande alpinista e guida alpina Giorgio Bertone.