Tra gli anni Cinquanta e Settanta, al confine tra Afghanistan e Pakistan, Ahmad conduce il lettore attraverso le incredibili vicissitudini delle tribù nomadi costrette dalle guerre e dall’avanzare della modernità a perire per mancanza di cibo e acqua. A raccontarci le loro storie, le loro affascinanti leggende e l’imperscrutabile saggezza di cui sono portatrici, è un bambino, Toz Baz, il Falco nero: nato sotto il più infausto degli auspici, da una donna colpevole di adulterio, vagherà fino all’età adulta da una tribù all’altra, da una figura paterna all’altra, nei recessi più oscuri del territorio e in quelli ancora più misteriosi delle anime che lo popolano.
Dettagli libro
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Editore
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Lingua
Italiano -
Lingua originale
Inglese -
Data di pubblicazione
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Numero di pagine
167 -
Argomento
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Collana
Sull'autore
Jamil Ahmad
Jamil Ahmad è nato a Jalandhar nel 1933. Ha lavorato in Belucistan e nelle zone di frontiera tra Pakistan, Afghanistan e Iran, come funzionario del governo pachistano. È stato presidente della Tribal Development Corporation, e delegato all'ambasciata pachistana di Kabul nei momenti critici precedenti e successivi all'invasione sovietica dell'Afghanistan nel 1979. Oggi vive a Islamabad con la moglie Helga Ahmad, premiata nel 2007 con la Fatima Jinnah Gold Medal per il suo lavoro a favore dell'ambiente. L'acqua più dolce del mondo, suo romanzo d'esordio, raccoglie le pagine scritte proprio nel periodo trascorso tra le aree tribali del Pakistan, e pubblicate per la prima volta a distanza di trent'anni.