Si racconta che nel 1899 un giovane Winston Churchill, corrispondente del "Morning Post" durante la seconda guerra boera, abbia incoraggiato un uomo appena ferito di striscio al grido di: «Nervi saldi, ragazzo! Nessuno viene colpito due volte lo stesso giorno». È solo uno degli infiniti aneddoti sul suo conto, ma mette in luce lo strano mix di ironia e cinismo, decisione e combattività che lo portò a essere uno degli uomini più importanti del Novecento. Sono talmente celebri le sue battute, la sua risolutezza, il suo acume, da far venire il dubbio che in qualche modo Churchill abbia sfruttato le sue doti narrative per costruire in vita un monumento a se stesso: è pur sempre l'unico statista ad aver vinto un premio Nobel per la letteratura. Ma è stato davvero l'uomo del destino, che l'Occidente liberale ha contrapposto ai più bui totalitarismi? Reduce dal monumentale e acclamato Napoleone il Grande, lo storico Andrew Roberts accetta questa nuova sfida e attinge a una sterminata documentazione (fra cui i diari privati di re Giorgio vi, usati per la prima volta) per redigere anche di Churchill la biografia definitiva. Ne rievoca l'infanzia all'interno dell'aristocrazia inglese, fino all'apprendistato militare in India, segue poi i primi incarichi politici e i compiti assegnatigli durante la prima guerra mondiale. Qui Churchill impara a risollevarsi dalle sconfitte, facendo tesoro dei suoi stessi errori: come stratega militare fallisce la campagna di Gallipoli, così che all'indomani del conflitto mondiale si trova progressivamente estraniato dal cuore della politica inglese. Eppure, con l'acume e la verve del polemista, è fra i primi a scorgere il pericolo dei totalitarismi. Così, quando il Regno Unito chiama, è pronto al rispondere: torna alla ribalta durante la seconda guerra mondiale, dimostrando di saper trattare alla pari con Unione Sovietica e Stati Uniti, e nell'ora più buia diviene la voce della nazione, l'uomo risoluto ma fiducioso nel futuro della democrazia attorno a cui si stringe un intero popolo e forse l'intero continente. Lontano dall'agiografia ma non immune al fascino del personaggio, Churchill, la biografia restituisce tutte le luci dell'intelligenza e le ombre del carattere (tra sospetti di alcolismo, cronica umoralità e crolli depressivi) di un uomo che non fu un predestinato, ma un fabbro del proprio, e del nostro, destino.
«È indiscutibilmente la miglior biografia di Winston Churchill, scritta con sapienza narrativa, ricca di ambizione e non priva di tenerezza.» - Wall Street Journal
«Si tratta della più grande biografia su Churchill mai scritta, che Roberts racconta con grande autorevolezza e non poco brio.» - The New York Times
«Un libro che illumina il mito senza scadere nell'agiografia.» - The Guardian
«Una biografia che è già un classico, la sintesi magistrale di una vasta documentazione.» - Le Monde
«Andrew Roberts racconta con maestria il temperamento, le convinzioni, il destino del più grande uomo di stato britannico del xx secolo.» - Le Figaro
«È indiscutibilmente la miglior biografia di Winston Churchill, scritta con sapienza narrativa, ricca di ambizione e non priva di tenerezza.» - Wall Street Journal
«Si tratta della più grande biografia su Churchill mai scritta, che Roberts racconta con grande autorevolezza e non poco brio.» - The New York Times
«Un libro che illumina il mito senza scadere nell'agiografia.» - The Guardian
«Una biografia che è già un classico, la sintesi magistrale di una vasta documentazione.» - Le Monde
«Andrew Roberts racconta con maestria il temperamento, le convinzioni, il destino del più grande uomo di stato britannico del xx secolo.» - Le Figaro
Book details
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Publisher
-
Original text
Yes -
Language
Italian -
Publication date
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Page count
1440 -
Translator
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Theme
About the author
Andrew Roberts
Andrew Roberts è un biografo e storico di fama internazionale. È membro della Royal Society of Literature e della Royal Historical Society e fa parte del consiglio della International Churchill Society. È visiting professor del Dipartimento di War Studies al King’s College di Londra e visiting research fellow all’Hoover Institution dell’Università di Stanford. Per Utet ha pubblicato Napoleone il Grande (2014), insignito del Grand Prix della Fondation Napoléon e del Los Angeles Times Biography Prize.