Può il desiderio, un animale cangiante che si agita dentro di noi, essere definito una volta e per sempre? Con un’autobiografia che attraversa la sua adolescenza per farsi cronaca intima e insieme storia di tutti, Carolin Emcke descrive i giochi e i rituali, le dinamiche di inclusione ed esclusione, le bugie e le bramosie della giovinezza, toccandone con mano i confini mutevoli e rivendicando il diritto alla contraddizione. Narrando di chi si conforma alle regole tanto da non vederne più l’esistenza e di chi, come il giovane Daniel, sottovoce se ne discosta fino a sanzionarsi col più estremo dei gesti. Indagando se stessa e il proprio passato, la fibra del suo erotismo e della sua identità. Tracciando infine il tropico dell’omosessualità in tempi e a latitudini diversi, dagli anni Quaranta a oggi, da Gaza alla Germania Ovest, rivelandone la coltre di pregiudizio che ancora la permea. Carolin Emcke, una delle voci più apprezzate del pensiero europeo, elabora una teoria della sessualità, dell’amore, della diversità partendo dalle storie che racconta, e da ciò che nel desiderio stesso c’è di magico, tenero e radicale.
In aletta o anche in copertina: «Un libro straordinario sull’amore e la libertà.» Jens Bisky, «Süddeutsche Zeitung»Book details
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Italian -
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