Il virus populista e i rimedi per sopravvivere alla politica via smartphone
«Un tempo, per impadronirsi del potere,
le teste calde ricorrevano a sanguinosi colpi di stato.
Ora non ce n’è più bisogno: c’è Facebook.»
«Intolleranza, fanatismo, servilismo,
processioni per farsi un selfie con il potente di turno.
Tutto questo non fa bene alla democrazia.
A occhio, anzi, direi che la uccide.»
Anomalia passeggera o irrimediabile mutazione genetica? Con la passione di chi ha a cuore la cosa pubblica, e le competenze del giurista, Mauro Barberis mostra il cortocircuito populista che sovverte le regole minime della democrazia.
Il populismo è sempre stato la pecora nera del gregge democratico. Stavolta, però, non siamo di fronte alla solita crisi politica o economica. La democrazia pare aver mutato il proprio dna, e la fonte di questa mutazione è la rivoluzione digitale. La politica ormai si fa sugli smartphone, a colpi di post allarmistici, tweet mattutini e selfie con gli elettori. Il popolo, così, ha l’illusione di poter influire direttamente sulla cosa pubblica. Ma questa pretesa disintermediazione è solo una nuova mediazione, ancor meno trasparente della precedente. Rinchiusi nelle rispettive bolle mediatiche, governi populisti e loro follower si dedicano a tempo pieno all’intrattenimento. I governi sfornano leggi-manifesto per vincere le elezioni. I follower abboccano sempre più distrattamente a news feed selezionati da algoritmi su misura.
Questo libro avanza una diagnosi del populismo, ma soprattutto indica rimedi specifici, costituzionali, politici e mediatici. Invece di sconnettersi dalla rete, come molti sono ormai tentati di fare, bisogna agire come Ulisse con le sirene: restare strettamente legati all’albero della razionalità.
«Un tempo, per impadronirsi del potere,
le teste calde ricorrevano a sanguinosi colpi di stato.
Ora non ce n’è più bisogno: c’è Facebook.»
«Intolleranza, fanatismo, servilismo,
processioni per farsi un selfie con il potente di turno.
Tutto questo non fa bene alla democrazia.
A occhio, anzi, direi che la uccide.»
Anomalia passeggera o irrimediabile mutazione genetica? Con la passione di chi ha a cuore la cosa pubblica, e le competenze del giurista, Mauro Barberis mostra il cortocircuito populista che sovverte le regole minime della democrazia.
Il populismo è sempre stato la pecora nera del gregge democratico. Stavolta, però, non siamo di fronte alla solita crisi politica o economica. La democrazia pare aver mutato il proprio dna, e la fonte di questa mutazione è la rivoluzione digitale. La politica ormai si fa sugli smartphone, a colpi di post allarmistici, tweet mattutini e selfie con gli elettori. Il popolo, così, ha l’illusione di poter influire direttamente sulla cosa pubblica. Ma questa pretesa disintermediazione è solo una nuova mediazione, ancor meno trasparente della precedente. Rinchiusi nelle rispettive bolle mediatiche, governi populisti e loro follower si dedicano a tempo pieno all’intrattenimento. I governi sfornano leggi-manifesto per vincere le elezioni. I follower abboccano sempre più distrattamente a news feed selezionati da algoritmi su misura.
Questo libro avanza una diagnosi del populismo, ma soprattutto indica rimedi specifici, costituzionali, politici e mediatici. Invece di sconnettersi dalla rete, come molti sono ormai tentati di fare, bisogna agire come Ulisse con le sirene: restare strettamente legati all’albero della razionalità.
Book details
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Publisher
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Language
Italian -
Publication date
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Page count
224 -
Theme
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Collection
About the author
Mauro Barberis
Mauro Barberis (Genova, 1956) insegna diritto all’Università di Trieste. Fra i tanti lavori scientifici, ha pubblicato anche libri su libertà, pluralismo ed Europa. Collabora con «Il Secolo XIX» ed è blogger per «il Fatto Quotidiano» e «MicroMega».