Dante, nostro contemporaneo Perché leggere ancora la Commedia

Dante, nostro contemporaneo

Perché leggere ancora la Commedia

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Il mondo di Dante Alighieri era completamente diverso dal nostro: era un mondo in cui tutti gli uomini sapevano dove avrebbero vissuto, che lavoro avrebbero fatto, quali premi o castighi avrebbero ricevuto nell’aldilà. Benché Dante abbia fatto un lavoro diverso da quello che si potevano aspettare i suoi genitori e abbia vissuto in esilio per metà della sua esistenza, aveva delle idee molto precise sulla vita dopo la morte ed era sicuro che fossero condivise dai suoi lettori. Oggi, quando queste certezze non ci sono più, perché leggiamo ancora la Commedia? Perché è bella? Perché parla nella nostra stessa lingua? Perché ci insegna qualcosa del mondo di ieri? Marco Grimaldi cerca di rispondere a queste domande, spiegando cosa ci interessa ancora del contenuto più profondo del poema dantesco.

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About the author

Marco Grimaldi

Docente di Filologia italiana alla Sapienza, Università di Roma, si occupa prevalentemente di letteratura italiana e romanza del Medioevo. Oltre a numerosi articoli su alcune delle principali riviste internazionali di filologia e letteratura, ha pubblicato, tra l’altro, un commento alle Rime di Dante (Salerno, 2015-2019), un saggio divulgativo sulla Commedia (Dante, nostro contemporaneo, Castelvecchi, 2017, nuova ed. 2021) e un manuale di filologia dantesca (Filologia dantesca. Un’introduzione, Carocci, 2021).

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