Adèle passeggia per le strade del suo quartiere a Parigi, e sembra fragilissima nel suo cappotto sbilenco di lana beige. Ha ottant’anni, e la città si schiude davanti ai suoi occhi come un paesaggio lontano ed estraneo: gallerie d’arte al posto di calzolai, corniciai e botteghe passate per secoli di padre in figlio; corridoi di supermercati anziché la lunga e rassicurante fila di negozietti di un tempo.
Sébastien, suo figlio, vive a Londra, dove continua a trascurarla e a non condividere con lei pensieri e affetti. Il giorno in cui, dopo il secondo ictus, suo marito se n’è andato, Adèle ha pianto, ma soltanto perché si è sentita colpevolmente sollevata. Era diventato irriconoscibile, come «una statua con gli occhi strabuzzati», ha osato confessare a Martha, la giovane donna che vive con la figlia di tre anni nell’appartamento affianco al suo.
Fino a qualche tempo fa Martha era sposata e, da agente immobiliare, aveva la testa piena di nozioni di estimo, norme di diritto, leggi fiscali, regolamenti edilizi. Poi divorzio e disoccupazione hanno vinto per lei ogni altra combinazione di problemi.
Ora, dopo aver accompagnato la piccola Eline a scuola, fa colazione da sola con le calze ai piedi e le briciole dei biscotti della figlia sul tavolo. Un modo come un altro per ritardare l’inizio della giornata. A volte se ne va al parco e a zonzo per il quartiere con Eline recitando filastrocche, cantando e rientrando col pane dell’ultima sfornata. A volte sale al piano di sopra dove rigoverna l’appartamento di Jacob Lundman, un uomo con una voce profonda e morbida e gli occhi così neri che la pupilla si confonde con l’iride.
Adèle piace così tanto a Eline che la piccola non capisce perché non vivano insieme dato che abitano sullo stesso pianerottolo, porta a porta, e dato che Adèle è sola e anche loro lo sono. Eline le lascia ogni tanto dei disegni sul lo zerbino e Adèle risponde con caramelle, biglietti di ringraziamento o filastrocche che la bambina recita con la madre prima di dormire, come una preghiera.
Adèle, Martha, Eline: tre donne sole e inquiete, alla ricerca di un posto del mondo dove stare e ritrovarsi o, come dice la più piccola delle tre, di una strada che le riporti a casa. La solitudine sembrerebbe irrimediabile, se l’amore, «il dolore più gran de e la più grande consolazione» secondo le parole di Adèle, non facesse nuovamente irruzione nella loro vita a indicare che è nel cuore che c’è una strada per Parigi.
Book details
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Original text
Yes -
Language
Italian -
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Page count
109 -
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About the author
Novita Amadei
Novita Amadei è nata a Parma e vive in Francia. Lavora da anni nell’ambito delle migrazioni internazionali e dell’asilo politico come ricercatrice, formatrice e coordinatrice di progetti. Dentro c’è una strada per Parigi, il suo romanzo d’esordio, è stato finalista alla prima edizione del Premio Letterario Nazionale di Letteratura Neri Pozza. Il romanzo si è classificato anche fra i finalisti dei premi Bottari Lattes Grinzane e Corrado Alvaro e ha vinto il XXVIII premio Massarosa. Finché notte non sia più è il suo secondo romanzo.