Nella storia dell’umanità l’homo religiosus assume una modalità specifica di esistenza, che si esprime in diverse forme religiose e culturali. Lo si riconosce dal suo stile di vita: crede all’esistenza di una realtà assoluta che trascende questo mondo e vive delle esperienze che, attraverso il sacro, lo mettono in relazione con questa Trascendenza. Rileviamo che egli crede all’origine sacra della vita e al senso dell’esistenza umana come partecipazione a un’Alterità. È anche un homo symbolicus, che coglie il linguaggio delle ierofanie, attraverso le quali il mondo gli rivela delle modalità che non sono evidenti di per se stesse. A partire dal 1959, alcuni paleoantropologi hanno scoperto in Africa l’Homo habilis, il creatore della prima cultura, la cui attività mostra in lui la coscienza di essere creatore. Troviamo gli sviluppi di questa coscienza nell’Homo erectus e, in modo più preciso, nell’Homo sapiens, grazie alla manifestazione dei riti funebri. Le prime tombe che ci offrono una certezza della credenza in una sopravvivenza provengono da Qafzeh e da Skuhl, nel Vicino Oriente, grazie alla presenza di tracce di cibo e di utensili in prossimità degli scheletri: si tratta del 90000 a.C. A partire dall’80000, l’uomo di Neandertal moltiplica questi riti. Dal 35000, nel Paleolitico Superiore, l’Homo sapiens sapiens applica un trattamento speciale al cadavere del defunto: ocra rossa, ornamenti attorno alla testa, conchiglie incastonate nelle orbite oculari, perle d’avorio disposte sul corpo. A partire dall’inizio del Neolitico ci si trova in presenza del culto dei crani conservati dai vivi. Nel v millennio sorge la dea. La scoperta da parte di Maria Gimbutas del sito di Achilleion in Tessaglia offre una visione della religione arcaica dell’Europa grazie alle numerose dee, tra le quali quella della vita e della morte. Il Neolitico ha moltiplicato i riti funerari e ha fornito loro una simbologia sempre più ricca, segno di un’autentica presenza dei vivi nella sopravvivenza dei loro defunti. All’indomani della sedentarizzazione delle popolazioni del Vicino Oriente e dell’invenzione della vegecultura e dell’agricoltura, l’homo religiosus si mette a raffigurare delle divinità, la più importante delle quali è la dea. È il grande mutamento dei simboli, che si rispecchia nella credenza in una vita post mortem.
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Italian -
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About the author
Mircea Eliade
Nato a Bucarest il 13 marzo 1907, vive in India dal 1928 al 1931. Dal 1933 al 1938 insegna Filosofia all’Università di Bucarest, assumendo poi l’incarico di addetto culturale a Londra e Lisbona. Nel 1945 viene nominato professore presso l’École des Hautes Études di Parigi; in seguito insegnerà alla Sorbona e in varie università europee. Nel 1957 si trasferisce presso l’Università di Chicago come docente di Storia delle religioni. Qui nel 1985 verrà istituita la cattedra «Mircea Eliade» in suo onore. Muore il 22 aprile 1986. Presso Jaca Book sono state pubblicate molte sue opere di narrativa, saggistica (in particolare storia delle religioni) e gradi opere, come l'Enciclopedia delle religioni diretta da Mircea Eliade (in 17 voll., 15 dei quali pubblicati) e la serie dei Dizionari.
Julien Ries
Nato nel 1920 ad Arlon, in Belgio, sacerdote della diocesi di Namur, ha conseguito il dottorato in Teologia e la licenza in Filologia e Storia orientali all’Université
Catholique di Louvain (Lovanio). Dal 1968 al 1990 vi ha occupato la cattedra di Storia delle religioni e vi ha fondato il Centre d’Histoire des Religions. Dal 1975 al 1980 ha presieduto l’Institut Orientaliste e dal 1979 al
1985 è stato membro del Segretariato romano per i non cristiani. Autore, editore o co-editore di decine di libri e raccolte, ha fatto parte del comitato di
redazione del Dictionnaire des religions (Paris 1984, 19933) e ha diretto il Trattato di Antropologia del Sacro (10 volumi, pubblicati da Jaca Book, in coedizione con Massimo ed.). Jaca Book pubblica anche la sua Opera Omnia e numerosi altri titoli che vengono continuamente ristampati. Vincitore di numerosi e prestigiosi premi, nel 2010 gli è stata conferita la laurea honoris causa in Filosofia della persona e bioetica dall’Università Cattolica del Sacro
Cuore di Milano. L’11 febbraio 2012 è diventato arcivescovo di Belcastro e il 18 febbraio 2012 è stato creato cardinale da papa Benedetto xvi. È scomparso
a Tournai il 23 febbraio 2013. Nel 2010 è stato fondato, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, l’Archivio Julien Ries per l’Antropologia simbolica,
che custodisce la sua biblioteca e i suoi archivi.