Estetica del brutto

Estetica del brutto

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Un’estetica del brutto? E perché no?». Con queste parole ha inizio l’opera fondamentale del filosofo tedesco Karl Rosenkranz. Se il bello, nella prospettiva del “maestro” Hegel, appare come una manifestazione sensibile dell’idea e della sua libertà, il brutto si presenta come ciò che nega o limita tale libertà attraverso l’asimmetria, l’assenza di forma, la deformità e lo sfiguramento. Il brutto come dimensione intermedia tra bello e comico che trova il suo compimento nella figura del satanico. Rosenkranz opera così una straordinaria fenomenologia del diabolico, dove alla riprovazione etica si sovrappone un gusto descrittivo per tutto ciò che, pur esteticamente ripugnante, è tuttavia meritevole di attenzione estetica. L’intuizione di questo saggio non risiede solamente nell’indagare gli aspetti “brutti” dell’arte che caratterizzano gran parte della nostra contemporaneità, ma anche nella messa in discussione del destino stesso dell’estetica: dopo di lui, estetico e bello non possono più coincidere con la medesima armonia, e l’estetica stessa, oltre a non presentarsi come teoria del bello o delle belle arti, apre un inquietante sguardo verso ambigui e multiformi aspetti del reale.

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About the author

Karl Rosenkranz

(Magdeburgo 1805 - Königsberg 1879), allievo di Hegel – che studiò in particolar modo per quanto riguarda le questioni di carattere estetico sollevate dal suo pensiero – e seguace di Schleiermacher, è stato filosofo e critico letterario. Nel corso della sua carriera, tentò di sviluppare la logica hegeliana, nonché diverse teorie in ambito psicologico ed estetico. Tra le sue opere principali ricordiamo: Psychologie oder Wissenschaft vom subjektiven Geist (1837), Geschichte der Kantischen Philosophie (1840), G.W.F. Hegels Leben (1844) e Die Pädagogikals System (1848).

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