"In paese nessuno può scordare l’ultima volta che ha piovuto. Sono passati dodici anni da quel giorno, e ora in quel preciso punto della Valle il frumento è secco, i frutteti appassiscono, le bestie vengono macellate anzitempo perché non c’è piú foraggio. Dodici anni sono passati da quando si è svolto quel misterioso funerale a cui nessuno degli abitanti ha partecipato; una cerimonia rituale, col drappo di velluto attorno alla salma, non la solita bara in legno di chi non segue piú i precetti religiosi, come è d’uso ormai da quelle parti. Il rito, che celebrava una fine, è stato l’inizio di tutto. Oltre i confini del piccolo insediamento le stagioni si sono succedute come sempre, mentre sui suoi campi non è piú scesa una sola goccia di pioggia. Una maledizione divina, pensano in molti, per i troppi peccati, per i troppi segreti. Yaeli ha deciso di lasciare Tel Aviv per tornare al villaggio d’origine della sua famiglia, gli Shteinman, sebbene se ne sia andata, un giorno di tanti anni prima, giurando di non rimettervi mai piú piede. Vuole un nuovo inizio: non è sola, sta per nascere un bambi - no, sul cui futuro tuttavia già pesano paura e incertezza. Anche Gali, sua sorella, è in arrivo dal Canada. Finalmente sta per sposarsi e vuole che le sue nozze vengano celebrate sotto il grande albero che troneggia nel giardino di casa della sua infanzia. Anche se non è certa che lo sposo si presenterà. L’ombra di un antico segreto sta per ghermire nuovamente gli Shteinman, e mentre la famiglia riunita precipita verso una drammatica resa dei conti, gli abitanti del villaggio giorno dopo giorno lottano con la pioggia che si rifiuta di cadere. In sottofondo, il rombo delle scavatrici che aggrediscono i campi di chi si è arreso vendendo quella terra che, piú di ogni altra, incarna il sogno dei Padri fondatori. Debutto accolto con entusiasmo dalla critica, Finché non tornerà la pioggia è il ritratto struggente di una comunità al confronto con ciò che rimane del grande slancio sionista, nel solco della tradizione letteraria israeliana tra dimensione magica, realtà di conflitto permanente e passione del narrare. Un’indimenticabile storia di famiglia, che può appartenere a ogni cultura, ogni terra, ogni tempo.
«Romanzo maturo e sofisticato, con una trama e una struttura superbe e un universo di personaggi incredibile. Ecco una scrittrice che entra con passo sicuro nell’arena della narrativa ebraica regalando ai lettori un’esperienza artistica ed emotiva unica». Haaretz
«Shahaf Poleg rievoca il mito fondativo in una trama costruita con sapienza e ricca di rivelazioni, con un ritmo che non lascia tregua». Yediot Aharonot"Book details
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