Homo urbanus

Homo urbanus

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La città è da millenni la matrice del progresso dell’umanità, ma è anche luogo delle contraddizioni di uno sviluppo senza progresso. E oggi è chiamata ad essere il progetto di futuro per la specie umana in evoluzione dall’Homo sapiens all’Homo urbanus. Il libro affronta l’Antropocene, l’era, iniziata con la rivoluzione industriale, in cui gli esseri umani sono diventati una specie dominante con un’enorme capacità trasformativa in maniera estrattiva e predatoria nei confronti della natura, comportandosi come specie imperfetta ma arrogante nel nascondere la fragilità dentro sistemi urbani troppo minerali, ecologicamente insostenibili e generatori di diseguaglianze. Abbiamo creduto di entrare in un’era di meraviglie antropocentriche e ci siamo ritrovati in un incubo, una vera e propria Antropocalisse. Per uscirne, l’ecosistema urbano deve cambiare radicalmente, passando da una modalità predatoria a una relazione che torni simbiotica con il pianeta, producendo progresso non a discapito di altre specie, forgiando cultura senza consumare la materia prima vivente del pianeta. Come saranno le città dell’Homo urbanus? In un processo di coevoluzione tra spazio e società, dobbiamo ripensare le città per riequilibrare i rapporti ecosistemici, per ridurre le diseguaglianze sociali e per affrontare le ingiustizie spaziali. Il libro descrive le città in cui vivrà l’Homo urbanus come una rete planetaria di condizioni urbane, come un arcipelago di intensità e identità urbane differenziate, abitate da comunità cosmopolite che riduca i primi esemplari di Homo urbanus dovranno superare vari fallimenti, conflitti e crisi, che ne potenzieranno l’organismo, portando con sé verso le generazioni successive le nuove caratteristiche di un’umanità che riattivi una relazione ecologica con il pianeta, e con le altre specie, in un rinnovato rapporto simbiotico con le città.

Book details

About the author

Maurizio Carta

Maurizio Carta, urbanista e architetto, è professore ordinario di Urbanistica all’Università di Palermo. È il teorico italiano della «città creativa» e dal 2017 dirige l’Augmented City Lab, un network internazionale di ricerca applicata dedicato alle città sostenibili del futuro prossimo e un laboratorio per la predisposizione di metodi, protocolli e strumenti per città più intelligenti ed ecologiche. È autore di numerose pubblicazioni, in Italia e all’estero, tra le quali ricordiamo: Futuro. Politiche per un diverso presente (Rubbettino, 2019), Città aumentate. Dieci gesti-barriera per il futuro (Il Margine, 2021).¬no la loro frenetica mobilità distribuendosi in un fertile policentrismo e che facilitino relazioni più a misura delle donne e degli uomini, garantendo la risposta a numerose esigenze entro un raggio breve, ma anche rimanendo connesse alle relazioni medie e lunghe. Per rigenerare città più femminili e plurali, più ecologiche e intelligenti, più giuste e sicure serve una nuova urbanistica che, come un bricolage, utilizzi, ricomponendoli, i materiali che provengono dalle scritture plurali delle comunità umane (e non umane).

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