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Il padre spacca gli animali, entra nelle loro viscere, separa i muscoli dalle membrane, estirpa gli organi e le ossa. Il padre vende pezzi di animali. Il padre si immerge nella voragine biologica e ne tira fuori bistecche. I tagli di carne sono il suo mestiere e la sua arte. Il padre è un macellaio. Il padre ha il compito di inoltrarsi nella carne morta e di uscirne porgendola ai vivi, perché la vita continui la sua catena vorace. È un traghettatore fra le due sponde della carne, fra la viande e la chair, fra meat e flesh. Al banco di vendita del mercato serve i pavidi che non affrontano i corpi che mangiano, non ne vogliono sapere, delegano il lavoro sporco ai macellai. Un giorno qualcosa va storto nella coreografia perfetta delle lame e un taglio sghembo quasi gli mozza un pollice. È l’inizio di un’altra discesa nella carne, questa volta la sua. Al lavoro, un batterio lo ha contaminato. Comincia con un’infezione, prosegue con la spossatezza, una diagnosi ferale, i protocolli sanitari, i viaggi in clinica all’estero. Il figlio Dario, ventenne, immerge lo sguardo nella carne del padre che si deteriora, e nella malinconia del congedo. Un’intimità fortissima li avvolge, come succede quasi solo nel rapporto tra figlie e madri. Entriamo nello sguardo del figlio, prensile ed esatto, che vede accasciarsi il padre. La precisione è la forma che assumono la sua devozione e la sua sofferenza. Leggendo Dario Voltolini si è portati a pensare di poter fare a meno del mondo: bastano le sue parole, le sue descrizioni scintillanti, capaci di afferrare le cose e suscitarle come nessun altro. Tiziano Scarpa

“Invernale è un romanzo potentissimo, che ti atterra mentre ti eleva e ti prende alle spalle mentre ti guarda in faccia – e Voltolini è un grande scrittore, c’è poco da fare.” Sandro Veronesi

“Dario Voltolini si conferma una delle voci più interessanti del nostro panorama letterario. Il rigore emotivo è la sua grande cifra.”
Romana Petri

“Ho visto Voltolini maneggiare nelle sue storie quasi tutte le circostanze umane. Per farlo ha un solo attrezzo che si è costruito da sé. Nessun altro ce l’ha.”
Davide Longo

“Voltolini ci accompagna in modo originalissimo nel più comune e misterioso dei viaggi.”
Letizia Muratori

“Magistero letterario, strazio, furia composta, bellezza, disperazione e pudore. Le ultime pagine di questo libro si leggono con le lacrime agli occhi.”
Antonio Moresco

Book details

About the author

Dario Voltolini

Dario Voltolini (Torino, 1959) è autore di racconti, romanzi, radiodrammi, testi di canzoni e libretti per il teatro musicale. È docente presso la Holden Academy. Cura la collana di narrativa italiana Pennisole per Hopefulmonster editore. Fra i suoi libri ricordiamo: “Una intuizione metropolitana” (1990), “Rincorse” (1994), “Forme d’onda” (1996), “10” (2000), “Primaverile” (2001). Nel 2003 ha pubblicato “I confini di Torino”, un ritratto inedito e affascinante della città in cui vive, cui sono seguiti “Sotto i cieli d’Italia” (2004, con Giulio Mozzi), “Le scimmie sono inavvertitamente uscite dalla gabbia” (2006), “Foravìa” (2010), “Pacific Palisades” (2017), “Sedici passeggiate con Kuma” (2023) e “Imaginations” (2024, in: “Interdisciplinary Understandings of Active Imagination – The Special Legacy of C.G. Jung”, a cura di Chiara Tozzi). Ricordiamo i libretti per Nicola Campogrande “Mosorrofa o dell’ottimismo” (1993) e “Tempi burrascosi” (2008, interpretato da Elio), e il testo della canzone per L’Orage “Queste ferite sono verdi” (2013, vincitrice della XXIII edizione di Musicultura). Per La nave di Teseo nel 2022 è uscito il romanzo “Il Giardino degli Aranci”.

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