La criminologia è ideologia, non scienza. È un sapere che sostiene «ideologicamente l’apparato disciplinare del diritto penale», funzionale al capitalismo e al dominio maschile. Decostruire il diritto penale in quanto sistema di controllo e di potere è il programma della «criminologia critica femminista», di cui Gerlinda Smaus è stata una tra i massimi esponenti. A partire dalle contraddizioni dell’ordinamento giuridico – dove «si manifesta in forma concentrata il potere dello Stato repressivo» – lo sguardo sociologico e situato di Smaus si estende al sessismo della giurispru-denza e della dottrina giuridica, alla divisione dei ruoli nelle strutture carcerarie, ai rapporti di potere all’interno della sfera familiare. La lente del “genere” fa così emergere le ombre degli apparati sanzionatori e della criminalità femminile, mettendo in luce i limiti delle teorie fondate sulla biologia o sul carattere dei criminali. Repressione, ingiustizia, disuguaglianza: il diritto penale non è che uno strumento con cui le classi dominanti mantengono lo status quo e addestrano «mogli affidabili di proletari affidabili». Lo dimostrano le crescenti tendenze punitive in Italia e in Europa, alle quali la sociologia critica di Smaus risponde promuovendo una nuova alleanza tra femminismo e abolizioni-smo carcerario, con l’obiettivo di sovvertire, una volta per tutte, l’ordine patriarcale e maschile.
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Italian -
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