Il saggio propone una riflessione, in chiave filosofica, volta a esplorare la soggettività femminile, nei principali luoghi simbolici dell’espropriazione e dell’assoggettamento, i miti e le filosofie, seguendo due linee interpretative che, intrecciandosi, risalgono ora alle radici mitiche dell’occidente, ora allo sviluppo del pensiero filosofico. Se la violenza fisica sulle donne ha fatto registrare, negli ultimi tempi, un aumento esponenziale dei femminicidi, la violenza culturale è molto più antica e ha costruito quell’immaginario simbolico collettivo, che si è sedimentato e stratificato nel corso del tempo, dando origine a figurazioni stereotipiche del femminile. Ne sono testimonianza le diverse figure di donna che si incontrano nel saggio, di cui Tacita Muta, ridotta al silenzio e privata del diritto di parola, ne è, fra tutte, raffigurazione esemplare.
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Italian -
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About the author
Maria Rita Fedele
Maria Rita Fedele vive e lavora a Monreale in provincia di Palermo. È dottore di ricerca in Pedagogia e didattica in prospettiva interculturale, presso l’Università degli Studi di Palermo, dove attualmente sta seguendo un secondo corso di Dottorato in Studi letterari, filologico-linguistici, storico-filosofici. Dal 1996 è docente di filosofia e storia presso il Ministero dell’Istruzione. Bioeticista presso la Scuola di Specializzazione in Bioetica e Sessuologia dell’Università Pontifi cia Salesiana di Roma, è autrice di saggi e articoli in riviste specializzate. Ha pubblicato per la casa editrice Aracne, L’indifferenziato. Nuova sfida della bioetica. Profili di una filosofia della differenza sessuale (2012). I suoi interessi di ricerca vertono sulle filosofie fenomenologiche, sull’etica e la bioetica, e sulle filosofie del femminile europee e nordamericane.