All’epoca della sua prima pubblicazione in Francia nel 1998, L’ingranaggio siamo noi era per certi versi un saggio visionario. Oggi, in una nuova traduzione e con una post-fazione inedita in cui l’autore fa un importante bilancio del tempo trascorso, è un testo decisamente attuale. Christophe Dejours traccia infatti un quadro lucido e minuzioso delle sconvolgenti trasformazioni occorse nel mondo del lavoro in epoca neoliberista. I suoi studi sul campo rilevano a tutti i livelli – dirigenti, quadri, dipendenti – un aggravamento sconcertante della sofferenza psicofisica. Ma, al contempo, mostrano che questo nuovo sistema manageriale, per quanto incredibilmente nocivo, prospera e si mantiene solo grazie all’attiva complicità delle sue stesse vittime: lavoratori e lavoratrici. Con le armi della clinica e della psicopatologia Dejours decifra questa servitù volontaria, identificandone la chiave: il meccanismo difensivo della banalizzazione del male e dell’ingiustizia sociale. Ma indica anche strategie per resistere, per pensare e praticare – individualmente e collettivamente – un lavoro davvero libero e umano.
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Italian -
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Christophe Dejours
Christophe Dejours è psichiatra e psicoanalista. A lungo titolare della cattedra di Psychanalyse, santé, travail al Conservatoire national des arts et métiers di Parigi, è oggi direttore dell’Institut de recherche en psychodynamique du travail. È uno dei massimi specialisti delle trasformazioni contemporanee del mondo del lavoro. Tra i suoi ultimi libri: La panne. Repenser le travail et changer la vie (2012); Le choix. Souffrir au travail n’est pas une fatalité (2015); Situations du travail (2016).