La lezione Enrico Letta l’ha imparata sin da piccolo dallo zio Gianni: occupare le seconde file, non logorarsi in scontri frontali. E se ti sai muovere bene, tessere relazioni e rapporti bipartisan, finisce che nell’anno del Signore 2013 conquisti Palazzo Chigi. Subito dopo le elezioni politiche in molti puntavano sul più anziano dei due: doveva essere Gianni il «nocchiere» delle larghe intese. E invece è toccato al giovane Enrico, il volto «nuovo» di una politica che più vecchia non si può. Zio e nipote. Percorsi, i loro, che si intrecciano spesso: Letta senior, dopo il fallito tentativo di Pier Luigi Bersani, è stato il più convinto sostenitore dell’opzione Enrico. E non ha fatto mancare il proprio contributo alla nascita della «nuova maggioranza di governo» senza Berlusconi. Marchetti e Sappino, in punta di penna, ricostruiscono le vicende dei Lettas. Un cognome che è un marchio di fabbrica. Che indica una vocazione: quella per il Potere. Per la prima volta vengono raccontati in un libro i retroscena e la storia della famiglia originaria di Avezzano. I rapporti con Giulio Andreotti, Luigi Bisignani, Angelo Balducci e la «Cricca» della Protezione civile. Un quadro che parte dalle origini, passando per i quotidiani, i circoli ristretti ed esclusivi. Gianni, che senza mai essersi presentato al giudizio degli elettori diventa sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Enrico, il pupillo di Beniamino Andreatta, che in pochi lustri scala il Pd, è presente in tutte le fondazioni e lobby che contano – ne fa persino una tutta sua, trasversalissima, VeDrò – e, infine, approda a Palazzo Chigi con la regia di Giorgio Napolitano. Una saga del Potere, un viaggio in un’Italia irrimediabilmente democristiana.
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Italian -
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144 -
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