Maria Sofia. L'ultima regina del Sud

Maria Sofia. L'ultima regina del Sud

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Ultima regina di Napoli per poco più di un anno, Maria Sofia di Baviera è l’eroina che dagli spalti di Gaeta infonde coraggio a quel che rimane dell’esercito borbonico annientato dall’arrembaggio piemontese. Alta, slanciata, elegante nel portamento no - bile e grazioso, con una magnifica capigliatura castana, bellissimi occhi di color azzurro-cupo, Maria Sofia trascorre l’infanzia e l’adolescenza nel castello di Possenhofen, dove le giovani Wittelsbach si esercitano in lunghe galoppate a caccia di animali selvatici. Oltre alle passeggiate a cavallo, pratica la scherma, il nuoto, la ginnastica, la danza, riceve una solida educazione musicale e una formazione al gusto estetico secondo i modelli ereditati dalle corti europee d’antico regime. È molto affascinata dalla fotografia: una passione che le rimarrà tutta la vita. Come la sorella Elisabetta, Sissi, futura imperatrice d’Austria, è solita girare da sola per la città e fumare piccoli sigari in pubblico. Non rispetta l’etichetta di corte e coltiva i rapporti umani, che intrattiene anche con persone umili. Fin da ragazza è esuberante, indipendente, anticonformista, nonostante i tentativi della madre Ludovica di frenarne gli eccessi. Divenuta in extremis regina di Napoli, esercita tutto il suo fascino e il suo carisma per riconquistare il consenso dei sudditi, assai ridotto per la debole personalità del marito. Proprio per questo è considerata un temibile nemico dai liberali unitari italiani. Contro di lei viene anche montata una violenta campagna diffamatoria attraverso la diffusione di fotomontaggi che la raffigurano nuda e in pose erotiche. La biografia di Maria Sofia va ben oltre il breve periodo del regno napoletano. In collegamento con gli anarchici, alimenta la destabilizzazione del Regno d’Italia e probabilmente ha qualche parte nell’ispirare l’attentato a Umberto I: giura vendetta ai Savoia, che le hanno sottratto un regno e le sue ricchezze. Dopo i dieci anni di esilio a Roma, ospite di Pio IX, l’ultima sovrana del Regno delle Due Sicilie vive tra Austria, Ungheria, Francia, Germania. Muore a Monaco nel 1925. Nella sua lunga vita ispira scrittori e artisti. Chi ne fa un monumento, in cui lei si riconosce, è Marcel Proust nella Recherche. A lungo Luchino Visconti accarezza l’idea, poi sfumata, di realizzare un film sulla sua vita affidando a Greta Garbo la parte della protagonista.

«Quel che Marcel Proust apprezzava in lei erano la cortesia aristocratica, l’assenza di finzione, simulazione e dissimulazione nei comportamenti, la personalità ricca, sensibile, generosa, la devozione alla famiglia e agli amici, soprattutto se fragili, il suo essere un’eccezione nel mondo malato dell’aristocrazia otto-novecentesca. Gabriele d’Annunzio, per scelta di parte, ne La vergine delle rocce, la definì: “l’aquiletta bavara che rampogna”».

Book details

About the author

Aurelio Musi

Aurelio Musi, storico, giornalista, ufficiale al merito della Repubblica, membro di varie Accademie, ha insegnato all’Università degli Studi di Salerno e in atenei americani. Tra i suoi volumi piú recenti: L’impero dei viceré (Il Mulino 2013), Il Regno di Napoli (Morcelliana 2015), Filippo IV (Salerno Editrice 2021), Mezzogiorno moderno. Dai viceregni spagnoli alla fine delle Due Sicilie (Salerno Editrice 2022), La grande illusione. Trent’anni dopo Tangentopoli (Biblion 2022). Presso Neri Pozza sono apparsi Storia della solitudine. Da Aristotele ai social network (2021) e Maria Sofia. L’ultima regina del Sud (2022).

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