In un breve dialogo dal ritmo serrato, Marc Augé esprime le sue posizioni sull’immenso fenomeno migratorio di cui siamo oggi testimoni: gli spostamenti massicci dal Sud al Nord del mondo, le navi che affondano sulle coste del Mediterraneo, il modello repubblicano francese di integrazione degli immigrati, il divario sempre più grande tra ricchi e poveri che crea profondi squilibri e disuguaglianze sul pianeta. Decostruendo i pregiudizi che la figura del migrante porta sempre con sé e denunciando l’assenza di morale della politica dei governi occidentali, l’antropologo francese riflette sull’incalzare odierno di nazionalismi e regionalismi, sul rigurgito di posture xenofobe ed escludenti che favoriscono nuove forme inquietanti di terrorismo e fanatismo religioso. La ricetta che Augé propone è l’elaborazione di un’antropologia della mobilità che sia capace di scorgere nell’incontro con l’altro l’essenza stessa dell’umano.
Book details
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Original text
Yes -
Language
Italian -
Publication date
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Page count
48 -
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About the author
Marc Augé
(Poitiers, 1935) Etnologo di fama mondiale, ha sviluppato un’antropologia del quotidiano basata sul concetto di «nonluogo», nuovo spazio della socialità dominato dall’assenza di storia, identità, relazioni. Già direttore dell’École des hautes études en sciences sociales di Parigi, è tra i pensatori più significativi e prolifici dell’antropologia contemporanea. Dell’autore Castelvecchi ha già pubblicato Prendere tempo. Un’utopia dell’educazione (2016).