I contributi raccolti in questo libro ruotano attorno a un’ipotesi di fondo: la Teoria critica prosegue e si rinnova oggi anche nella decostruzione delle discriminazioni di genere, di orientamento sessuale, di razza e di specie. Impegnatasi in maniera pionieristica sui temi della genesi critica dell’antisemitismo e della personalità autoritaria, essa ha contribuito – con i lavori di Horkheimer, Adorno, Fromm e Löwenthal – a scardinare i pregiudizi distruttivi e ad aprire la via della rivendicazione dei diritti delle differenze, poi al centro di orientamenti di pensiero cardinali – come il femminismo, i Gender studies, gli studi post-coloniali, l’animalismo. D’altra parte, lo “psicologismo” caratterizzante la diagnosi classico-francofortese dell’accecamento xenofobo, definito in termini di “proiezione morbosa” e di “paranoia”, per quanto lungimirante non è assunto in termini riduzionistici. Il rapporto fra potere e pregiudizio disegna un minaccioso circolo vizioso a più fattori, che il presente libro contribuisce a indagare e a smontare in tutta la sua estensione.
Contributi di: Nicola Emery Lorenzo Bernini Maria Giovanna Bevilacqua Massimo Filippi Nancy Frazer Manfred Gangl Martin Jay Silvio Joller Stefano Marino Giona Mattei Olivier Voirol
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Yes -
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Italian -
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