Stato canaglia Droga, armi, operazioni clandestine: gli affari sporchi dei servizi segreti italiani e stranieri.

Stato canaglia

Droga, armi, operazioni clandestine: gli affari sporchi dei servizi segreti italiani e stranieri.

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Gli affari sporchi dei servizi segreti.

«A Trapani arrivavano vecchi DC3 carichi di droga. Volavano a bassa quota sul mare per sfuggire ai radar.»
Aldo Anghessa, ex collaboratore dei servizi

«Garantisco che veramente è molto pericoloso interessarsi di queste cose.»
Nicola Maria Pace, ex procuratore della Repubblica

Il traffico di droga è un affare troppo grosso. Ci sono troppi soldi in ballo, troppi scambi internazionali, troppi interessi, troppi incroci con altri mercati sommersi,i n primo luogo quello delle armi. Troppi sono, inevitabilmente, gli attori coinvolti. E non sono solo folkloristici narcos nascosti nella giungla e mafiosi con la coppola e la lupara.
In questa inchiesta coraggiosa e sconvolgente, Marco Birolini indaga sugli aspetti più torbidi del moderno «grande gioco». Lo fa attraverso un approfonditissimo lavoro di ricerca che ripercorre la documentazione prodotta negli ultimi decenni da magistrati e commissioni parlamentari, decenni in cui il nostro paese, e la Sicilia in particolare, si è trovato al centro del commercio mondiale di stupefacenti. Lo fa andando in prima persona a intervistare le fonti più disparate. Lo fa, soprattutto, unificando con grande acume investigativo e chiarezza espositiva le varie piste, per tracciare un inquietante quadro d’insieme, in cui tante vicende «misteriose» della storia italiana recente (fra cui sparizioni e omicidi) trovano la loro naturale collocazione, e in cui hanno un ruolo di primo piano quegli oscuri apparati statali che, protetti dal loro essere «segreti», troppo spesso scordano di essere «servizi».

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About the author

Marco Birolini

Marco Birolini (Bergamo, 1971) ha collaborato con Ansa, «Il Fatto Quotidiano», «La Stampa» e scrive oggi su «Avvenire». Ha realizzato inchieste su criminalità, traffici di rifiuti, droga e armi. Ha vinto il premio giornalistico Città di Arona nel 2014 ed è stato finalista del premio Cigana nel 2018. Nel 2019 ha contribuito al libro-inchiesta Ilaria Alpi e Miran Hrovatin (a cura di L. Grimaldi e L. Scalettari, Round Robin). Nel 2022 ha vinto il premio «Cronista dell’anno» assegnatogli dal Gruppo Cronisti Lombardi per un’inchiesta sulla tratta delle nigeriane.

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