Storia del Talmud
Proibito, censurato e bruciato. Il libro che non è stato possibile cancellare
Harry Freedman
«La storia del Talmud è la prova di quel che può accadere, nel bene e nel male, quando la letteratura propria di una cultura viene in contatto, a volte in conflitto, con le credenze e i valori di un’altra cultura. Ma mostra anche le conseguenze che si manifestano su una società chiusa e autonoma quando i suoi testi fondamentali entrano in relazione con nuove idee provenienti dall’esterno».
Tutti sanno chi era Paolo di Tarso, pochi invece conoscono il suo contemporaneo Yohanan ben Zakkai. Eppure entrambi, a modo loro, hanno dato l’avvio a una nuova religione, e entrambe queste religioni (cristianesimo e ebraismo moderno) sopravvivono ancora oggi. Nel I secolo d.C. Yohanan era nella Gerusalemme assediata dalle armate di Tito. Poco prima dell’attacco romano riuscì a scappare dalla città e a farsi ricevere dall’imperatore, al quale chiese il permesso di istituire una scuola nel «vigneto di Yavneh». Tito glielo concesse, e fu così che iniziò a svilupparsi l’ebraismo dei rabbini, il quale, modificato nei secoli, è di fatto quello di oggi.
Quando questa immensa tradizione orale venne messa per iscritto, divenne il Talmud: 37 volumi di dispute serrate tra saggi rabbini praticamente su ogni cosa. Scritto in due lingue (ebraico e aramaico), con uno stile tutto meno che lineare, il Talmud (nelle sue due versioni, babilonese e palestinese) è oggi considerato una delle opere più complesse che esistano e il fondamento stesso dell’ebraismo.
Harry Freedman ci regala una breve, efficace e godibile «biografia» di questo libro incredibile, che di vicissitudini ne ha passate davvero molte. Dalle sue origini mesopotamiche al rapporto con gli arabi, dall’incontro coi cristiani alle dispute medievali, dal commento di Rashi alla prima versione a stampa pubblicata a Venezia, passando attraverso i molti roghi che tentarono di arginarne l’insegnamento, le condanne papali, e poi l’Illuminismo, l’Ottocento e la Notte dei Cristalli.
Tutti sanno chi era Paolo di Tarso, pochi invece conoscono il suo contemporaneo Yohanan ben Zakkai. Eppure entrambi, a modo loro, hanno dato l’avvio a una nuova religione, e entrambe queste religioni (cristianesimo e ebraismo moderno) sopravvivono ancora oggi. Nel I secolo d.C. Yohanan era nella Gerusalemme assediata dalle armate di Tito. Poco prima dell’attacco romano riuscì a scappare dalla città e a farsi ricevere dall’imperatore, al quale chiese il permesso di istituire una scuola nel «vigneto di Yavneh». Tito glielo concesse, e fu così che iniziò a svilupparsi l’ebraismo dei rabbini, il quale, modificato nei secoli, è di fatto quello di oggi.
Quando questa immensa tradizione orale venne messa per iscritto, divenne il Talmud: 37 volumi di dispute serrate tra saggi rabbini praticamente su ogni cosa. Scritto in due lingue (ebraico e aramaico), con uno stile tutto meno che lineare, il Talmud (nelle sue due versioni, babilonese e palestinese) è oggi considerato una delle opere più complesse che esistano e il fondamento stesso dell’ebraismo.
Harry Freedman ci regala una breve, efficace e godibile «biografia» di questo libro incredibile, che di vicissitudini ne ha passate davvero molte. Dalle sue origini mesopotamiche al rapporto con gli arabi, dall’incontro coi cristiani alle dispute medievali, dal commento di Rashi alla prima versione a stampa pubblicata a Venezia, passando attraverso i molti roghi che tentarono di arginarne l’insegnamento, le condanne papali, e poi l’Illuminismo, l’Ottocento e la Notte dei Cristalli.
Book details
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Publisher
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Language
Italian -
Original language
English -
Publication date
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Page count
304 -
Theme
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Collection
About the author
Harry Freedman
Harry Freedman è scrittore e docente. Ha conseguito un dottorato sull’antica traduzione aramaica della Bibbia. Fra le sue precedenti pubblicazioni ricordiamo The Murderous History of the Bible Translations (2016), The Gospels’ Veiled Agenda. Revolution Priesthood and the Holy Grail (2009). Ha steso contributi per la Encyclopedia of Modern Jewish Culture (Oxford University Press) e ha scritto per il «Jewish Chronicle», il «Jewish Quarterly», «Judaism Today» e «Huffington Post». Per Bollati Boringhieri ha pubblicato Storia del Talmud. Proibito, censurato, bruciato. Il libro che non è stato possibile cancellare (2016 e 2020).