Il pensiero di un’Europa unita è un’idea grande, però non c’è Europa se non ci sono i cittadini. Ecco, abbiamo bisogno di diventare cittadini europei. Di imparare a guardare lontano, perché “Europa”, una parola greca, forse significa proprio “occhi grandi”. Ma come si fa? Un’Europa dell’economia non basta, un’Europa del privilegio non ha senso. Ci vuole un’Europa dei pensieri, un’Europa della paideia: ci vogliono cittadini che vivono insieme e che si confrontano, in una coscienza plurale e collettiva fatta di molte lingue e diverse culture, ma che sanno anche riconoscere qualche fondamento importante in comune. Proviamo allora a intuire che cosa può essere l’Europa e che cosa significa essere cittadini europei. Per riflettere prenderemo come spunto il concetto espresso in Utopia di Thomas More, che compie ora i suoi cinquecento anni: sarà un buon libro per meditare sulla nostra utopia europea che nasce dopo le due guerre mondiali del ’900. Per capire meglio saranno indispensabili i nostri tremila anni di pensieri, proprio a cominciare dai classici antichi, che forse possono aiutarci. Se l’Europa unita, per come è costruita oggi, si sta rivelando sempre più un’utopia, forse proprio rimeditare le tensioni ideali che hanno animato gli antichi può spingerci a perseverare in un ideale che sembra sotto scacco.
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Italian -
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About the author
Alberto Camerotto
Alberto Camerotto insegna Lingua e letteratura greca all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Si occupa in particolare di epica greca e di satira antica. Tra i suoi libri: Le metamorfosi della parola. Studi sulla parodia in Luciano di Samosata (1998), Diafonie. Esercizi sul comico (2005), Fare gli eroi. Le storie, le imprese, le virtù: composizione e racconto nell’epica greca arcaica (2009), Luciano di Samosata. Icaromenippo (2009), Il nemico necessario. Duelli al sole e duelli in ombra tra le parole e il sangue (2010), Classici contro (2012).
Filippomaria Pontani
Filippomaria Pontani insegna Filologia classica presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Si occupa della tradizione manoscritta di testi greci in età antica, bizantina e umanistica, ed è impegnato da anni nell’edizione dei commenti antichi e medievali all’Odissea di Omero (voll. I-III, Roma 2007-2015). Ha pubblicato diversi saggi su testi greci e latini (da Saffo a Callimaco, da Eschilo a Demostene, da Pindaro a Catullo), e sulla letteratura bizantina (da Eustazio di Tessalonica a Gemisto Pletone), umanistica (gli Epigrammi greci di Angelo Poliziano, Roma 2002; gli Scritti omerici di C. Kondoleon, Leuven 2018) e neogreca (Poeti greci del Novecento, con N. Crocetti, Milano 2010), concentrandosi fra l’altro sulla grammatica e la filologia nell’antichità e a Bisanzio, sulla retorica, sull’allegoria, sulla facies letteraria di alcuni miti e sulla traduzione poetica. Dal 2010 coordina con Alberto Camerotto il progetto Classici contro. Fa parte di gruppi di ricerca a Stoccolma e a Berlino, e ha coordinato un progetto FIRB. Scrive sul “Fatto quotidiano”.