Se pensi è la fine, se pedali arrivi.
Una vita all’insegna dell’avventura. È quella che ci racconta l’atleta italiano che più si è distinto nell’ultracycling, specialità del ciclismo in cui si gareggia su lunghissime distanze. Appassionato di bicicletta fin da bambino grazie alle imprese di Marco Pantani viste in Tv, prima di sbarcare all’ultracycling, Omar Di Felice si dedica al ciclismo professionistico. A un tratto, però, arrivano il colpo di fulmine e la grande svolta: Di Felice trova la «Zona Omar», quell’attitudine a superare i propri limiti che permette di crescere e migliorarsi. Ed è proprio questo il messaggio che vuole lanciare: fuori dalla zona di comfort la felicità ci attende.
In questo suo nuovo libro il cultore dell’ultracycling, da lui definito come «una vera e propria filosofia di vita», ci coinvolge in alcune delle sue ultime imprese, tra cui l’attraversata in verticale dell’Alaska in inverno e l’iconica Trans America Bike Race (7000 chilometri nel cuore degli Stati Uniti, un coast to coast dall’Oregon alla Virginia), per regalarci un viaggio nella parte più intima di sé tra paesaggi mozzafiato pedalando dalla sua poltrona con vista sul mondo preferita: la sella della sua bicicletta.
Book details
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Original text
Yes -
Language
Italian -
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About the author
Omar Di Felice
Omar Di Felice (Roma, 1981) è rimasto folgorato da Pantani nel 1994 e da quel momento è iniziata la sua passione per la bicicletta. Dopo aver corso tra le categorie agonistiche del ciclismo tradizionale coronando la sua carriera con un anno tra le fila dei professionisti, nel 2012 ha deciso di passare all’ultracycling. In questo sport estremo si è contraddistinto in diverse competizioni italiane e internazionali. Fra le sue imprese ricordiamo nel 2018 la traversata del Canada artico per circa 1300 km sulla Arctic Highway dopo aver raggiunto Capo Nord e aver attraversato l’Islanda durante l’inverno e nel febbraio 2021 la pedalata sulla catena dell’Himalaya fino ad arrivare ai 5364 metri del campo base sull’Everest, dopo aver coperto 1300 chilometri e 40 mila metri di dislivello. Nel 2019 ha pubblicato Pedalando nel silenzio di ghiaccio.