«Biologia dell’omosessualità deve assolutamente essere letto da tutti coloro che desiderano valutare il tema dell’omosessualità in maniera informata. »
Geert de Vries, direttore del dipartimento di Biologia, Georgia State University
«Giunta alla fine di un lungo studio, la mirabile sintesi del professor Balthazart arriva alla conclusione che la tesi dei fenotipi sessuali innati è scientificamente la più plausibile.»
«Le Monde»
««Biologia dell’omosessualità deve assolutamente essere letto da tutti coloro che desiderano valutare il tema dell’omosessualità in maniera informata». »
Geert de Vries, direttore del dipartimento di Biologia, Georgia State University
««Giunta alla fine di un lungo studio, la mirabile sintesi del professor Balthazart arriva alla conclusione che la tesi dei fenotipi sessuali innati è scientificamente la più plausibile». »
«Le Monde»
Tollerata in numerosi luoghi e differenti circostanze per gran parte dell’antichità e del Medioevo, l’omosessualità ha dovuto affrontare, nel corso dei secoli successivi, una lunga ondata di intolleranza che giunge ai nostri giorni.
Divenuta una tara, se non addirittura una perversione, doveva essere combattuta come una malattia. Una malattia da eradicare con qualunque mezzo.
Nel corso dei decenni le tecniche sono state talvolta relativamente blande (ipnosi, psicoanalisi), altre volte violente (lobotomia, terapia ormonale, scosse elettriche). Centinaia di migliaia di persone sono passate attraverso questo orribile calvario. Non una di loro ha effettivamente modificato il proprio orientamento sessuale.
La teoria che sta alla base di queste supposte «cure» è quella secondo cui l’omosessualità sarebbe un comportamento «deviante», «patologico», «aberrante» e, soprattutto, appreso. D’altra parte il Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders – il manuale internazionale di riferimento delle patologie mentali – ha cancellato l’omosessualità dalle patologie sessuali solo nella sua quarta edizione, nel 1987.
L’analisi scientifica della tematica omosessuale è recente e relativamente poco conosciuta. Ancora oggi gran parte delle persone ritiene che l’orientamento eterosessuale o omosessuale sia il risultato di un apprendimento, dovuto alle interazioni sociali che si sono avute nella prima infanzia. La scuola freudiana e postfreudiana ha profondamente influenzato la società, additando nel rapporto coi genitori la causa di uno sviluppo psichico «sbagliato». Ma studi accurati, ormai piuttosto solidi, di biologia, genetica e neuroendocrinologia puntano con sempre maggior convinzione a una spiegazione biologica dell’orientamento sessuale. Più le conoscenze avanzano, più appare chiaro che omosessuali (o eterosessuali) si nasce, non si diventa.
Ma per gli omosessuali, data la diffidenza ancora forte nella società e l’omofobia dilagante, questo significa spesso dover riconoscere la propria natura al prezzo di grandi sofferenze, sensi di colpa e recriminazioni. Una migliore comprensione dei meccanismi biologici che stanno alla base dell’orientamento sessuale può dunque portare a un’accettazione più ampia dell’omosessualità nella società e ridurre così le sofferenze inutili che troppe persone hanno patito per troppo tempo.
Jacques Balthazart – tra i più accreditati studiosi di neuroendocrinologia legata alla sessualità – ha scritto Biologia dell’omosessualità per questo: rendere accessibili a chiunque i dati più aggiornati della letteratura scientifica sull’orientamento sessuale, e per correggere le concezioni sbagliate, e queste sì aberranti, ancora così tanto diffuse nella nostra società.
Geert de Vries, direttore del dipartimento di Biologia, Georgia State University
«Giunta alla fine di un lungo studio, la mirabile sintesi del professor Balthazart arriva alla conclusione che la tesi dei fenotipi sessuali innati è scientificamente la più plausibile.»
«Le Monde»
««Biologia dell’omosessualità deve assolutamente essere letto da tutti coloro che desiderano valutare il tema dell’omosessualità in maniera informata». »
Geert de Vries, direttore del dipartimento di Biologia, Georgia State University
««Giunta alla fine di un lungo studio, la mirabile sintesi del professor Balthazart arriva alla conclusione che la tesi dei fenotipi sessuali innati è scientificamente la più plausibile». »
«Le Monde»
Tollerata in numerosi luoghi e differenti circostanze per gran parte dell’antichità e del Medioevo, l’omosessualità ha dovuto affrontare, nel corso dei secoli successivi, una lunga ondata di intolleranza che giunge ai nostri giorni.
Divenuta una tara, se non addirittura una perversione, doveva essere combattuta come una malattia. Una malattia da eradicare con qualunque mezzo.
Nel corso dei decenni le tecniche sono state talvolta relativamente blande (ipnosi, psicoanalisi), altre volte violente (lobotomia, terapia ormonale, scosse elettriche). Centinaia di migliaia di persone sono passate attraverso questo orribile calvario. Non una di loro ha effettivamente modificato il proprio orientamento sessuale.
La teoria che sta alla base di queste supposte «cure» è quella secondo cui l’omosessualità sarebbe un comportamento «deviante», «patologico», «aberrante» e, soprattutto, appreso. D’altra parte il Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders – il manuale internazionale di riferimento delle patologie mentali – ha cancellato l’omosessualità dalle patologie sessuali solo nella sua quarta edizione, nel 1987.
L’analisi scientifica della tematica omosessuale è recente e relativamente poco conosciuta. Ancora oggi gran parte delle persone ritiene che l’orientamento eterosessuale o omosessuale sia il risultato di un apprendimento, dovuto alle interazioni sociali che si sono avute nella prima infanzia. La scuola freudiana e postfreudiana ha profondamente influenzato la società, additando nel rapporto coi genitori la causa di uno sviluppo psichico «sbagliato». Ma studi accurati, ormai piuttosto solidi, di biologia, genetica e neuroendocrinologia puntano con sempre maggior convinzione a una spiegazione biologica dell’orientamento sessuale. Più le conoscenze avanzano, più appare chiaro che omosessuali (o eterosessuali) si nasce, non si diventa.
Ma per gli omosessuali, data la diffidenza ancora forte nella società e l’omofobia dilagante, questo significa spesso dover riconoscere la propria natura al prezzo di grandi sofferenze, sensi di colpa e recriminazioni. Una migliore comprensione dei meccanismi biologici che stanno alla base dell’orientamento sessuale può dunque portare a un’accettazione più ampia dell’omosessualità nella società e ridurre così le sofferenze inutili che troppe persone hanno patito per troppo tempo.
Jacques Balthazart – tra i più accreditati studiosi di neuroendocrinologia legata alla sessualità – ha scritto Biologia dell’omosessualità per questo: rendere accessibili a chiunque i dati più aggiornati della letteratura scientifica sull’orientamento sessuale, e per correggere le concezioni sbagliate, e queste sì aberranti, ancora così tanto diffuse nella nostra società.
Detalles de eBook
-
Editor
-
Idioma
Italian -
Fecha de publicación
-
Contador de páginas
336 -
Traductor
-
Colección
Sobre el autor
Jacques Balthazart
Jacques Balthazart è professore emerito presso l’Università di Liegi, in Belgio, doveè stato a capo del Gruppo di Ricerca in Neuroendocrinologia del Comportamento (GIGA-Neurosciences) «fino al 2014». Le sue ricerche si concentrano sulla differenziazione sessuale del cervello e del comportamento, e sull’attività di alcune regioni del cervello nell’attivazione del comportamento sessuale.