Doppio scatto Una città riflessa

Doppio scatto

Una città riflessa

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"Questo libro usa due linguaggi e li mette a confronto: la fotografia e la letteratura. Gli scatti visivi sono appunti visuali, simili a quelli che i viaggiatori di una volta prendevano disegnando. Gli scatti verbali sono altrettanto snelli, veloci e sintetici. Il lettore inoltrandosi in questa sorta di cinema di apparizioni entrerà in contatto con una città che di sicuro è Napoli; allo stesso tempo, però, gli verrà spesso da sospettare che Napoli sia anche l’emblema di tutte quelle città in cui la storia e la natura si sono stratificate a lungo. Uno sguardo fattosi voce narrante e descrittiva lo guiderà per scale, anfratti, scorci, paesaggi e memorie, rintanandosi nel silenzio ogniqualvolta la scoperta sarà fatta propria da chi legge e allo stesso tempo guarda. “La Città che compare in Doppio scatto tende a sottrarsi allo sguardo, fugge, forse perché teme i tanti discorsi e le tante immagini che l’hanno letteralmente sommersa rendendola quasi invisibile. Se si ha la pazienza di mettersi in ascolto lascia venire allo scoperto non solo lei così com’è, ma anche tutte le altre città nascoste che vivono nel suo grembo.” “Silvio Perrella si è inventato un nuovo territorio letterario, una Napoli nascosta da lui resa visibile e raccontata con un doppio scatto, fotografico e letterario.” Raffaele La Capria"

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Sobre el autor

Silvio Perrella

Silvio Perrella è nato a Palermo e vive tra Napoli e Roma. Da Calvino a Io ho paura, passando tra gli altri per Giùnapoli, Insperati incontri e Petraio (La nave di Teseo, 2021), la sua opera scritta ha mescolato critica letteraria, reportage, autobiografia, racconti di sentimenti, favole, indagini sulla forma delle città. La sua opera orale, invece, prende forma alla radio – attraverso le frequenze di RaiRadioTre e della Rete Due della Radio Svizzera Italiana. È cinema della voce composto soprattutto con descrizioni di luoghi e poesie raccontate. Sia nell’opera scritta sia nell’opera orale, Perrella cerca un’intonazione che permetta a chi legge e a chi ascolta di creare un proprio spazio immaginativo. Da qui la predilezione per le forme brevi e scorciate. La sua prima raccolta di versi s’intitola Metronomi sotto i tavoli.

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