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2022: durante i lavori di ristrutturazione di un edificio in un’anonima cittadina della Sassonia, sul fondo di uno sgabuzzino per le scope che «sembra il sottoscala di Harry Potter», viene rinvenuto un plico di carte. Grazie a questa scoperta casuale, Fratelli, il romanzo più importante di Brigitte Reimann – scrittrice simbolo della DDR, insieme a Christa Wolf – ha potuto rivedere la luce a oltre cinquant’anni dalla morte dell’autrice, così come era stato scritto in origine, ovvero prima che la censura di Stato facesse il suo sottile e sistematico lavoro. Quando uscì la prima volta, nel 1963, suscitò comunque un gran clamore, sia all’Est che all’Ovest. La protagonista, la giovane pittrice Elisabeth, alter ego di Reimann in quella che oggi definiremmo un’opera di autofiction, apprende durante un pranzo di famiglia nell’aprile 1961 (il Muro sarà eretto, in una sola notte, quattro mesi più tardi) che il fratello Uli, amatissimo, è pronto a lasciare l’Est dove non vede alcun futuro. Elisabeth oltre a dipingere lavora anche in fabbrica, crede nello Stato socialista glorioso ed egualitario e ha poco tempo per convincere Uli a desistere dal suo proposito. Su Elisabeth e Uli incombono l’ombra del fratello maggiore Konrad, che ha già “tradito” fuggendo in Occidente, e gli spettri gemelli della paura e dell’opportunità. Audace come una pennellata scarlatta, la prosa di Reimann dà corpo allo scontro tra idealismo e repressione, lealtà familiare e desiderio di autonomia, tra personale e politico. Le sue sono pagine tra le più vere e toccanti sui conflitti umani nella Germania divisa, ma anche di straordinaria attualità quando dicono del coraggio di difendere le proprie idee di libertà e felicità.

Dalla finestra aperta vedevo i rami bagnati del noce davanti a casa e le punte delle foglie arricciate. D’estate le pesanti fronde verde scuro si protendono a volta sulle scale, e quando c’è vento le foglie ticchettano contro la finestra. Oggi è il martedì di Pasqua; la forsythia è già sfiorita. Domani Uli sarà partito.

«Il romanzo di Reimann conserva il ritmo teso di una pièce teatrale – un dramma familiare di Ibsen o Arthur Miller – arricchito di dialoghi ardenti su politica, economia, arte. Un lampo di colore in un paesaggio plumbeo». The Sunday Times

«Il brio narrativo di Brigitte Reimann e l’autenticità delle scene emergono con maggiore chiarezza in questa versione integrale. Ora è visibile appieno l’intenzione originale dell’autrice e la potenza della narratrice». Neues Deutschland

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Sobre el autor

Brigitte Reimann

Brigitte Reimann nasce a Burg, in Sassonia-Anhalt, nel 1933. Paragonata a Christa Wolf, cui la lega una profonda amicizia, è stata insegnante, giornalista e scrittrice. Politicamente impegnata, segnata dalla poliomielite infantile, sentimentalmente esuberante (quattro matrimoni, molti amanti), non si iscrive mai al Partito, né viene mai coinvolta in attività di spionaggio dalla Stasi. Nel 1960, dopo che suo fratello passa all’Ovest, inizia la stesura di questo romanzo, che vedrà la luce tre anni più tardi, dopo il passaggio della censura, quando ormai il Muro di Berlino divide i due mondi. Muore di cancro a soli 39 anni. Considerata un classico e tradotta in tutte le maggiori lingue europee, Brigitte Reimann è autrice anche di racconti, epistolari, diari pubblicati postumi. Oltre a questo romanzo, in italiano è già uscito Franziska Linkerhand (Voland). Grazie a questa nuova edizione integrale, apparsa anche in lingua inglese, il mondo sta riscoprendo una scrittrice tra le più rilevanti della Germania del dopoguerra.

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